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Nuova etichettatura europea, seminario promosso da Unimpresa

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Significativa e numerosa la partecipazione al Seminario promosso da Unimpresa Avellino-Benevento, tenuto presso la sede del Centro di Ricerca ARTEA. Particolare attenzione è stata dedicata al significato e alle novità che la nuova normativa sulla nuova etichetta europea che andrà in vigore il prossimo 13 dicembre.
La normativa in questione è il risultato di anni di lavoro del Consiglio e del Parlamento Ue e ha lo scopo di realizzare una base comune per regolamentare le informazioni sugli alimenti e consentire ai consumatori di compiere scelte consapevoli. In linea teorica, dunque, le nuove regole rispondono a un’esigenza di maggiore trasparenza, contribuiscono a uniformare le legislazioni dei singoli paesi e a garantire la libera circolazione di alimenti sicuri.
“Fin qui tutto bene – dichiara il presidente Catauro – ma a leggere con attenzione gli articoli del regolamento, che modifica e abroga tutta una serie di direttive precedenti, ci si accorge che qualche lacuna c’è. La più lampante è la mancanza dell’indicazione obbligatoria della sede dello stabilimento di produzione o confezionamento”.
In Italia la legge 109/1992 prevede l’obbligo di indicare la sede dello stabilimento. Una volta entrato in vigore il nuovo regolamento europeo la legge 109 decadrà e tale indicazione potrà essere mantenuta solo a condizione che il governo italiano provveda alla notifica di questa norma alla Commissione europea.
“Il ministero dello Sviluppo Economico, – precisa il presidente di Unimpresa – interpellato sulla questione dalla nostra e da altre associazioni di categoria, ad oggi ha risposto spiegando che al momento non c’è una legge per rendere obbligatoria l’indicazione della sede dello stabilimento. E non ha chiarito se c’è l’intenzione di farla. Manca la legge che obbliga questa disposizione. Siamo proprio il paese dell’incontrario. Quando è nell’interesse delle piccole e medie imprese italiane e della salute e della tutela di tutti i consumatori un decreto legge pare non si possa fare” conclude Catauro.
Dal dibattito è emersa la necessità da parte delle imprese di continuare facoltativamente “di inserire volontariamente in etichetta l’indicazione dello stabilimento. È fatta salva, infatti, la possibilità che l’informazione della sede dello stabilimento di produzione venga fornita volontariamente dagli operatori, anche a scopo informativo per il consumatore”, precisa Giuseppe Mazza di ARTEA.
“Quindi ricordiamo che i produttori possono già volontariamente indicare in etichetta lo stabilimento. E magari le piccole aziende conserviere hanno tutto l’interesse a lasciare questa informazione per salvaguardare le produzioni tipiche locali”, conclude il presidente Unimpresa Avellino-Benevento, Ignazio Catauro, precisando che le associazioni di produttori italiane sono impegnate fortemente in questa direzione, anche in sinergia tra loro.