CRONACA
“Mani sulla città”, 48 rinviati a giudizio. Tra gli imputati il sindaco Pepe e gli ex assessori Damiano e Boccalone

Ascolta la lettura dell'articolo
Il gup Maria di Carlo ha rinviato a giudizio 48 persone nell’udienza preliminare dell’inchiesta “Mani sulla città”. I 50 imputati erano accusati a vario titolo di corruzione, concussione elettorale, truffa, abuso d’ufficio, corruzione e falso.
L’inchiesta affidata alla Digos di Benevento fu avviata nel 2010 ed esplose l’8 gennaio 2013 quando la Procura della Repubblica emise 14 ordinanze di custodia cautelare in carcere.
Tra gli accusati rinviati a giudizio ci sono anche il primo cittadino del capoluogo, Fausto Pepe, l’ex assessore all’Urbanistica Aldo Damiano e l’ex presidente del Consiglio Comunale di Palazzo Mosti, Luigi Boccalone.
Il gup Di Carlo, inoltre, si è pronunciata anche per un proscioglimento pieno, altri parziali e altri non luogo a procedere per prescrizione del reato e per alcuni capi d’accusa.
Il processo sarà celebrato il prossimo 27 novembre al Tribunale di Benevento.
IL COMMENTO DEL SINDACO – “Prendo atto con rammarico del rinvio a giudizio deciso dal giudice per le udienze preliminari nei miei confronti e di altre 47 persone. Ritenevo altamente probabile un esito di questo tipo, peraltro maturato dopo anni di attività investigativa che si conclude con il passaggio odierno, lasciando finalmente spazio all’accertamento dei fatti.
Tuttavia, anche nel momento in cui si chiude la fase delle indagini e si apre quella della verifica processuale, desidero ribadire con fermezza la mia totale fiducia nell’azione della Magistratura. Nel contempo, con altrettanta fermezza, voglio assicurare i miei concittadini che, nel corso del dibattimento, non mi tirerò indietro per difendere le mie ragioni e la mia onorabilità e, in definitiva, per l’accertamento della verità.
La fase dibattimentale che si apre, anzi, fornirà ulteriori spunti per chiarire alla Magistratura ed all’opinione pubblica, le procedure che sono state adottate e che sono oggetto di contestazioni. Spero che l’attenzione mediatica di queste ore possa accompagnare per intero lo svolgimento del processo: ribadendo in questo modo la mia totale estraneità ai fatti, e provando a ricostruire anche il buon nome di una persona che da quasi venti anni, dei 50 trascorsi in questa città, occupa ruoli da pubblico amministratore. Su talune accuse a mio carico, che considero infamanti e destituite di ogni fondamento, posso contare, per fortuna, sulla fiducia e sulla stima dei beneventani.
In una città piccola come la nostra, infatti, se un sindaco fosse corrotto ed estorcesse il consenso elettorale, i cittadini prima di chiunque altro ne avrebbero immediata coscienza, loro che sono i principali giudici degli amministratori locali.
Intanto voglio rassicurare innanzitutto le forze politiche, che l’azione quotidiana della mia Amministrazione, invece, è stata sempre fondata sui pilastri della trasparenza, del contrasto alla criminalità organizzata e della legalità in tutte le procedure e, segnatamente, negli appalti pubblici. Anche per questa ragione l’azione amministrativa non cederà il passo alla vicenda giudiziaria, lo ribadisco a coloro che, impegnati da anni nell’ostacolare il cambiamento cittadino, potrebbero pensare di essere di fronte ad una nuova occasione utile per minimi calcoli.
Non lascerò nulla d’intentato, in omaggio al mandato popolare ricevuto, per continuare a garantire i servizi essenziali alla mia città, pur consapevole di operare in una condizione di assoluta difficoltà soprattutto, com’è noto, in termini di disponibilità finanziaria. Andremo avanti innanzitutto con il risanamento dei conti del Comune e per la salvaguardia dei livelli occupazionali. Quest’ultima è sicuramente la sfida che mi vedrà sempre più impegnato”.