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Sindacati

Franzè (Cgil): “I sindacati apriranno vertenza con i Sindaci dei comuni capofila degli ATO per avviare pianificazione”

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In data odierna si sono riunite le Segreterie Regionali della Campania e le Segreterie Provinciali di Napoli, Salerno, Caserta, Avellino e Benevento di Fp Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Fiadel e Ugl per fare il punto sullo stato di attuazione della legge regionale 5/14 e sulla vertenza dei consorzi di bacino.

A circa sei mesi dalla entrata in vigore della legge regionale di riordino del ciclo dei rifiuti – scrive Giannaserena Franzè, segretario provinciale Fp Cgil – si deve purtroppo rilevare che le procedure di attuazione da parte dei comuni sono sostanzialmente in grave ritardo. Sembra che la scadenza del 30 giugno per l’insediamento delle Conferenze d’Ambito non verrà rispettata, a causa dei comuni che hanno omesso di adottare lo schema di convenzione per la nascita dell’ATO.

Si ritiene che tali ritardi siano inaccettabili e colpevoli. Dall’agosto 2013 quando il ddl è stato inviato al Consiglio Regionale tutti questi enti oggi inadempienti sono rimasti in silenzio senza proporre miglioramenti al testo e dall’approvazione della legge avvenuta gennaio 2014 ad oggi nulla hanno fatto tranne ricordarsi solo adesso di assurde difficoltà nell’ applicare le legge.

Di leggi regionali che riordinano il ciclo dei rifiuti creando gli ATO – continua – esistono da anni in tutta l’Italia in ottemperanza della legislazione nazionale e da nessuna parte si è mai manifestato la volontà di non applicarle.Riteniamo il comportamento dei Sindaci che non stanno adempiendo al rispetto della legge sia colpevole e responsabile dell’emergenza che ha attanagliato per anni la regione.

La difesa ad oltranza dei propri interessi di campanile a discapito dell’associarsi per gestire un servizio di grande valenza come il ciclo integrato dei rifiuti – prosegue nella nota – nega la prospettiva di uscire definitivamente dalla emergenza e danneggia i cittadini ed i lavoratori.

Per questo si ritiene di condannare fermamente tale comportamento, di chiedere alla regione Campania di applicare decisamente e diffusamente il previsto commissariamento degli enti inadempienti e di far rinascere finalmente il ciclo dei rifiuti riordinato sugli ATO anche nella nostra regione.Prioritarie restano le rivendicazioni delle scriventi Federazioni in merito alla salvaguardia di tutti i livelli occupazionali dei lavoratori dei consorzi di bacino, delle proprie società partecipate, delle società provinciali e di tutto il comparto.

Per questo – sottolinea Franzè – non bisogna assolutamente prorogare, come chiedono i Sindaci, i termini previsti dalla legge in quanto sarebbe un danno gravissimo all’avvio del riordino che danneggerebbe solamente i cittadini ed i lavoratori e legittimerebbe quelli che da anni vivono di proroghe senza mai decidere di riorganizzare realmente il ciclo dei rifiuti della regione.

Per questo bisogna che il Governo insieme alla regione Campania ascolti le sollecitazioni delle scriventi e autorizzi il Piano di accompagnamento al lavoro dei dipendenti dei consorzi di bacino già presentato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e indispensabile, questo sì, affinchè il riordino del ciclo dei rifiuti in capo agli ATO possa effettivamente avviarsi ed assorbire gradualmente tutti i lavoratori secondo le tempistiche in esso stabilite.

Per questo riteniamo di rilanciare l’iniziativa sindacale a partire dal sollecitare il Presidente Caldoro e l’Assessore Romano affinchè non accordino proroghe alla entrata in vigore della legge 5/2014 e che il Presidente in persona si faccia carico di rivendicare che il tavolo con il Governo convocato per il 19 giugno consegua definitivamente lo sblocco del finanziamento al Piano di sostegno al lavoro per i dipendenti dei consorzi di bacino.

Infine, le Segreterie, congiuntamente, – conclude la sindacalista della Cgil – decidono di aprire una fase di vertenza con i Sindaci dei comuni capofila degli ATO per sollecitare appositi tavoli in grado di avviare il percorso di pianificazione del ciclo territoriale e delle tutele occupazionali statuite dalla citata legge regionale.

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