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CRONACA

Maxi operazione anticamorra a Benevento: eseguiti 26 arresti. Colpito il “clan Sparandeo”

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Ventisei arresti e quarantadue indagati. E’ il bilancio del maxiblitz anticamorra a Benevento, coordinato dalla DDA di Napoli ed eseguito dai carabinieri del capoluogo, che ha permesso di smantellare il noto clan cittadino degli Sparandeo. I reati ipotizzati sono pesantissimi: associazione a delinquere di stampo camorristico, estorsione, usura, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, rapina, danneggiamento, incendio ed altro. 



 

Questi i nomi degli arrestati, tutti detenuti al 416bis con l’aggravante del metodo mafioso:

– Corrado Sparandeo
, (senior), classe 1957, soprannominato “Pinocchio”, al vertice del clan unitamente con il fratello Saverio;
– Saverio Sparandeo, classe 1962;
– Corrado Sparandeo, classe 1986, detto “Masaniello”;
– Stanislao Sparandeo, classe 1979, soprannominato “Sillano”;
– Arturo Sparandeo, (senior), classe 1953;
– Silvio Sparandeo, classe 1965, detto “Tavellone”;
– Luigi Sparandeo, classe 1966, detto “Bottiglione”;
– Arturo Sparandeo, classe 1983, soprannominato “Spollico”;
– Salvatore Baccicalupi, napoletano classe 1974, detto “O’ russ”;
– Giancarlo Baiano, napoletano classe 1986, residente a Marano di Napoli;
– Quirino Bosco, beneventano classe 1967, residente a San Nicola Manfredi;
– Umberto Chiumiento, beneventano classe 1976;
– Giuseppe Marino, napoletano classe 1949, residente a Giugliano in Campania;
– Vincenzo Marino, napoletano classe 1971, residente a Giugliano in Campania e figlio di Giuseppe;
Mario Milo, napoletano classe 1981;
Francesco Norice, beneventano classe 1989;
Mario Russo, beneventano classe 1985;
Mario Sanges, napoletano classe 1962;
Salvatore Sirico, nato in Germania nel 1978 e residente a Napoli;
Marzio Veneruso, napoletano classe 1963;
– Angelo Viola, beneventano classe 1966 e affiliato al clan;
Mirco Botticelli, beneventano classe 1993;
Luigi Imperatrice, napoletano classe 1977 e residente a Barra;
Salvatore Iovine, classe 1965, nato a San Cipriano d’Aversa, residente a Roma e affiliato al clan dei casalesi;
– Luigi Romano, beneventano classe 1959, detto “Mozzicone”;
Carmine Russo, nato a San Giorgio a Cremano nel 1979 e residente a Barra.




L’operazione, denominata “Tabula Rasa” dall’azzeramento da parte dei carabinieri del noto sodalizio beneventano, è iniziata all’alba e ha coinvolto oltre 100 uomini del Comando provinciale. Le indagini, partite due anni e mezzo fa, si sono sviluppate a 360° per mettere in evidenza tutte le attività illecite della famiglia: fondamentali sono state le intercettazioni telefoniche e ambientali, le riprese video, i servizi di osservazione e pedinamenti, nonché i riscontri di natura documentale e gli approfonditi accertamenti patrimoniali.



Un blitz storico, scattato senza alcuna denuncia o aiuto di collaboratori di giustizia, a testimonianza della paura e del rispetto che gli Sparandeo incutevano nella popolazione sannita. Secondo quanto riferito dagli inquirenti in conferenza stampa, al vertice del gruppo criminale c’erano cinque fratelli e tre dei loro figli. Il vincolo prettamente familiare starebbe proprio ad indicare la costituzione di una vera e propria famiglia del Sannio che aveva la completa gestione degli affari criminali della città.



DROGA – Il clan era attivo nella detenzione e nello spaccio di stupefacenti. Per depistare i controlli delle forze dell’ordine, avevano acquistato schede telefoniche intestate a persone decedute o inesistenti, in modo da raggirare le intercettazioni. L’attività di indagine ha consentito di sequestrare ingenti quantità di stupefacenti: complessivamente 27 kg. di hashish e 23,5 grammi di cocaina. Gli arresti in flagranza dei responsabili sono stati resi possibili proprio dall’ascolto delle conversazioni telefoniche e ambientali, nonché dalle attività di riscontro poste in essere dalla Polizia Giudiziaria. Sono stati anche accertati i contatti e i rapporti tra il clan “Sparandeo” e altri sodalizi criminali operanti sul territorio della provincia di Benevento (clan “Pagnozzi” e clan “Iadanza-Panella”), soprattutto in relazione all’attività di detenzione e spaccio di droga. 




ESTORSIONE E USURA – Il sodalizio aveva il controllo completo delle estorsioni e dell’usura in città. Secondo quanto riferito dagli inquirenti, gli esponenti sostenevano che tutti, dai cantieri alle attività commerciali, dovessero pagare il pizzo alla famiglia. Tra la popolazione, infatti, il clan Sparandeo era temuto proprio per i tipici atteggiamenti camorristici posti in essere dai suoi componenti, che hanno instaurato un clima di omertà, evidente nel corso delle riscossioni. Le vittime, infatti, non hanno avuto il coraggio, per timore di eventuali ritorsioni, di denunciare gli autori delle richieste estorsive. 



RAPINE – Nel corso dei due anni, sono state pianificate oltre 10 rapine. Nel mirino il piccolo esercente ma anche l’ufficio postale. Una strategia – secondo i carabinieri – nata per depistare le attività di indagine. Come ad esempio il colpo messo a segno ai danni dell’imprenditore, titolare di una nota catena di supermarket cittadini, e l’assalto ad un portavalori per il quale erano stati assoldati anche affiliati residenti nel napoletano. Il furto però fu sventato dai militari dell’Arma. In tale ambito investigativo è emerso inoltre che alcuni componenti del clan, in particolare Saverio Sparandeo e il figlio 28enne Corrado avevano allacciato rapporti con una serie di pregiudicati di Napoli e provincia dediti a reati contro il patrimonio.




L’operazione della DDA assume un’importanza ancora più rilevante anche per l’arresto, tra i 26, di un membro di spicco del clan dei casalesi. Si tratta del 49enne Salvatore Iovine, cugino del noto boss Francesco Schiavone, detto “Sandokan”. Attualmente l’arrestato si trova al carcere romano di Rebibbia, dove stava già scontando un’altra pena. 




IL MESSAGGIO DI ALFANO – L’onorevole Gioacchino Alfano, sottosegretario di Stato alla Difesa, esprime parole “di grande apprezzamento al Colonnello Antonio Carideo, Comandante Provinciale dei Carabinieri di Benevento e al Comando tutto, che hanno dato esecuzione questa mattina a 26 ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli.

I provvedimenti restrittivi – continua il sottosegretario – sono il frutto di una intensa attività investigativa svolta dal Reparto Operativo di Benevento. Sono lieto di questa operazione che dimostra ancora una volta, l’ennesima volta, quanto le Forze dell’Ordine operino in silenzio e con grande professionalità a tutela e salvaguardia della sicurezza della popolazione e quanto a volte siano assurde le pretese, ipotetiche o reali, di “tagli” ad un settore nevralgico quale quello della sicurezza.

Il mio plauso e il mio pensiero a quanti ad ogni livello hanno operato per la riuscita di questa brillante operazione che deve rendere orgoglioso il Generale Leonardo Gallitelli, Comandante Generale dell’Arma”.

L’APPELLO DI CARIDEO – L’indagine sulla famiglia Sparandeo non è comunque conclusa. Secondo gli inquirenti ci sono da chiarire ancora molti aspetti della vicenda, che potrebbero portare a nuovi sviluppi sulle attività illecite nel Sannio. In questa direzione è indirizzato l’appello del comandante provinciale dei carabinieri, Antonio Carideo, che ha chiesto ai cittadini di collaborare denunciando episodi criminali ai loro danni.

IL PLAUSO DEL SINDACO DI BENEVENTO – Il Sindaco di Benevento, Ing. Fausto Pepe, ha inviato un messaggio al Colonnello Antonio Carideo, Comandante Provinciale dei Carabinieri di Benevento, al quale ha espresso l’apprezzamento dell’Amministrazione Comunale per l’operazione “Tabula Rasa” conclusasi stamani con l’esecuzione di 26 ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dalla Direzione Distrettuale Antimafia.

“La brillante operazione investigativa – ha dichiarato il primo cittadino -, nel confermare l’efficacia dell’azione investigativa del Reparto Operativo di Benevento con il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia, costituisce un ulteriore importante risultato nell’azione di contrasto alle organizzazioni criminali presenti sul territorio sannita, per l’affermazione della legalità, contribuendo ad accrescere i livelli di sicurezza dei cittadini”.

“Desidero sottolineare – ha aggiunto il Sindaco Pepe – che gli arresti odierni rappresentano l’ennesima riprova dell’eccellente attività di contrasto alla criminalità organizzata, posta in atto in città, da parte delle Forze dell’Ordine. I cittadini di Benevento devono sapere che lo Stato, grazie all’incessante lavoro delle Forze dell’Ordine e della Magistratura, è sempre presente e riesce a fornire risposte efficaci ed adeguate al bisogno di sicurezza da parte dei cittadini. Di questo la città ne è consapevole ed è grata a tutto il personale impegnato per garantire la sicurezza della nostra comunità”.

“Ringrazio – ha concluso il Sindaco – la Direzione Distrettuale Antimafia, il Colonnello Carideo, il Comando tutto per il lavoro svolto e per l’impegno quotidiano a tutela dell’ordine pubblico”.

Antonio Zamparelli 

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