Religione
Al via la causa di beatificazione e canonizzazione per il sannita Fra’ Isaia, il fraticello esorcista

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Il frate esorcista Isaia Columbro compie i primi passi verso la santità. L’arcivescovo di Benevento, Andrea Mugione, ha promulgato infatti l’editto con il quale intende dare inizio al processo canonico per la causa di beatificazione e canonizzazione del sacerdote sannita, appartenente all’Ordine dei Frati Minori del Sannio e dell’Irpinia “Santa Maria delle Grazie”, morto a Vitulano nel luglio del 2004 all’età di 96 anni.
LA VITA – Padre Isaia nacque a Foglianise l’11 febbraio 1908. Nell’autunno del 1919 venne ammesso al Collegio Serafico dei Frati Minori della Provincia di Santa Maria delle Grazie ed il 1° novembre 1924 entrò nel Noviziato a Vitulano. Il 3 novembre 1925 emise la Professione temporanea e il 15 settembre 1929 i voti solenni. Il 25 luglio 1931 fu ordinato presbitero da Mons. Adeodato Giovanni Piazza.
Nei suoi 73 anni di sacerdozio, dei quali più di sessanta trascorsi nel Convento della Valle Vitulanese, per la sua disponibilità all’ascolto e alla guida spirituale, acquistò la stima e l’amore di tantissimi fedeli. Il frate sannita è stato anche uno stimatissimo e preparatissimo esorcista.
La sua fama di santità, di cui già in vita era circondato, è cresciuta dopo la morte. Per questo motivo, la Provincia dei Frati Minori del Sannio e dell’Irpinia, attraverso il Postulatore generale dell’Ordine dei Frati Minori, Fra’ Giovangiuseppe Califano, ha chiesto ufficialmente all’Arcivescovo di Benevento di istruire una canonica Inchiesta sulla vita, le virtù e la fama di santità e dei segni di Fra’ Isaia Columbro, in vista della sua beatificazione e canonizzazione.
Con la promulgazione dell’Editto, Mugione ha così accolto l’istanza, dopo aver ottenuto l’assenso dei Vescovi della Conferenza Episcopale Regionale della Campania ed il Nulla Osta della Congregazione delle Cause dei Santi.
SANTITA’ – Già in vita era circondato da una diffusa fama di santità, tanto che l’ex arcivescovo di Benevento, Serafino Sprovieri, in occasione del suffragio del 24 luglio 2004, affermò: “Padre Isaia si colloca nella nostra convinta stima e nella venerazione spontanea della gente, e ciò a buon diritto per lo spessore oggettivo della sua sincera umiltà e del suo eroico altruismo, nella categoria della santità, anche se questa parola è troppo grande per essere usata subito da noi qui, senza il sigillo superiore del giudizio della Chiesa”.