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Scontri a Palazzo Mosti, il Csa Depistaggio: “Cittadini oggetto di aggressione gratuita da parte delle autorità”

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“Caro signor sindaco, quelli che lei ha sentito agitarsi sotto le finestre di palazzo Mosti ieri mattina non erano orde di barbari che volevano mettere a ferro e fuoco il consiglio comunale. Erano studenti, madri, precari e precarie, lavoratori e lavoratrici il cui solo scopo era quello di poter assistere al consiglio comunale che avrebbe probabilmente sancito la svendita di pezzi importanti del nostro territorio”.

Inizia così la nota inviata dal Csa Depistaggio il giorno dopo la mobilitazione e gli scontri in via Annunziata, davanti all’ingresso di Palazzo Mosti.

“Ha ragione, signor sindaco, a dire che quella di ieri é una delle pagine più nere della nostra città: a scriverla è stato chi con una decisione antidemocratica ha deciso di barricarsi dentro le stanze di quella che dovrebbe essere la casa comune dei cittadini; chi ha deciso di schierare cordoni di celerini fatti venire apposta da Napoli col chiaro intento di tener ben separata la vostra amministrazione dal resto della città, se necessario anche con l’uso gratuito di una forza sproporzionata.

La giovane donna madre di figli a cui lei fa riferimento nella sua nota – si legge nella nota – era una di quelle persone che vivono tutti i giorni sulla propria pelle il peso di una crisi economica che taglia a colpi di scure redditi, diritti e servizi sociali, e che oggi arriva a svendere pezzi importanti del nostro territorio come la piscina comunale, il campo da rugby, immobili che potrebbero essere messi a disposizione della comunità tutta.

Quella giovane donna – aggiunge il Csa Depistaggio – chiedeva solo di poter assistere al vostro consiglio comunale per assistere e opporsi alla svendita non già di un centro sociale ma di un patrimonio cittadino molto più ampio. A lei e a quanti si trovavano ieri sotto le finestre del suo ufficio l’unica risposta che avete voluto dare si trovava sulla punta di un manganello, nei pugni e nei calci distribuiti dalle forze dell’ordine a manifestanti pacifici e inermi.

I cittadini che ieri chiedevano solo di ascoltare ed essere ascoltati – conclude – sono stati fatti oggetto di una vera e propria aggressione gratuita da parte delle autorità. Di questo lei dovrebbe dare conto a tutte le forze sociali e politiche beneventane, invece di sfornare comunicati a dir poco vaneggianti e dal forte sapore intimidatorio verso quello che dovrebbe essere ancora un diritto costituzionale: quello di manifestare pubblicamente”.

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