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POLITICA

Province, la Consulta boccia taglio e riforma: “E’ illegittima costituzionalmente”

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La Consulta ha dichiarato l’illegittimità costituzionale della riforma delle Province contenuta nel decreto Salva Italia e il loro riordino, che ne prevede la riduzione in base ai criteri di estensione e popolazione. Non è materia da disciplinare con decreto legge, hanno stabilito i giudici costituzionali.

Regge invece al vaglio della Consulta la riforma della geografia giudiziaria: sono state infatti giudicate infondate le questioni sollevate dai tribunali di Pinerolo, Alba, Sala Consilina, Montepulciano e Sulmona contro la loro soppressione; inammissibile quella del Friuli Venezia Giulia. Solo Urbino si salva.

Secondo la Consulta, “il decreto-legge, atto destinato a fronteggiare casi straordinari di necessità e urgenza, è strumento normativo non utilizzabile per realizzare una riforma organica e di sistema quale quella prevista dalle norme censurate nel presente giudizio”. Per questo motivo, si legge in una nota, la Corte costituzionale nella camera di consiglio di oggi “ha dichiarato l’illegittimità costituzionale: dell’art. 23.

La Consulta aveva esaminato nel corso dell’udienza pubblica di ieri i ricorsi presentati dalle Regioni contro il decreto Salva Italia (decreto 201) del dicembre 2011 che con l’articolo 23 ha di fatto ‘svuotato’ le competenze delle Province e ne ha profondamente modificato gli organi di governo: non più di 10 componenti eletti dai Comuni e il presidente scelto all’interno del consiglio provinciale.

Sotto la lente della Corte anche il decreto 95 del 2012 sul riordino delle Province in base ai due criteri dei 350 mila abitanti e dei 2.500 chilometri di estensione in base ai ricorsi avanzati dalle autonomie.

LE PRIME REAZIONI – “Come volevasi dimostrare!”, questo il commento soddisfattissimo di Fioravante Bosco, leader della Uil sannita. “Il tentativo maldestro del governo Monti – continua Bosco – di sopprimere solo alcune province, tra cui quella di Benevento, che sarebbe stata accorpata con Avellino, è naufragato”.

“Ora – conclude Bosco – si vada celermente all’elezione diretta degli organi delle province, un’istituzione locale che per i piccoli territori è essenziale per lo sviluppo economico e sociale e per evitare la disgregazione demografica.

Resta inteso che andrebbero soppresse le regioni, centri incontrollati di sperpero di danaro pubblico, di consulenze inutili, di legislazioni farraginose e di contenziosi con gli altri poteri dello Stato”.

In serata è arrivato anche il commento dell’ex consigliere provinciale di opposizione, Spartico Capocefalo. “Finalmente – scrive in una nota – i giudici di legittimità hanno posto la parola fine ad un goffo tentativo di modificare l’assetto delle province mediante decreto legge. Le perplessità d’incostituzionalità sono state sollevate più volte. Ora il legislatore deve fare tesoro di tale bocciatura e ripristinare la democrazia. 

Il mio dissenso – conclude Capocefalo – fu clamoroso tanto è vero che abbandonai il consiglio provinciale dove ero stato legittimamente eletto”.

Non tarda ad arrivare anche il commento dell’attuale commissario ( ed ex presidente) della Provincia di Benevento, Aniello Cimitile che in una nota dichiara:

“Cara Corte Costituzionale, meno male che tu ci sei! Grazie. E’ la vittoria della ragione e della democrazia sulla macelleria politica ed istituzionale di classi governative inadeguate, non soli incapaci e sprovvedute, ma anche arroganti, piratesche ed avventuriere.

E’ la vittoria dei Riformisti veri e seri sui demagoghi e sulle logiche del gattopardo, perché un riformista vero sa che l’indispensabile cambiamento deve essere effettuato nel rispetto dei processi democratici e delle condivise e comuni regole costituzionali; quelli che pensano di poterne fare a meno, di poterle con leggerezza “aggirare” o violarle, non solo non sono riformisti ma sono i peggiori nemici delle riforme.

E’ la sconfitta degli arroganti, delle lobby demagogiche, delle jacquerie mediatiche, della casta che voleva far finta di cancellare le province, l’anello meno colpevole ma più debole della catena, per salvare tutto il resto mantenendo e nascondendo tutto ciò che non funziona nelle altre istituzioni dello stato a cominciare dalle regioni e dagli organi centrali dello stato. Viva la democrazia, viva la Costituzione, viva l’Italia delle autonomie locali, viva l’Italia che vuole Riforme vere.

Ora si vada avanti con un serio processo di riforma istituzionale che parta dalle funzioni e dalle cose che gli organi dello stato tutti ( centrali e locali) debbono fare. Solo in tale quadro – conclude Cimitile – sarà possibile ragionare sul ruolo e l’assetto degli organismi di governo intermedio e di area vasta come le Province”.

 

UDC – “La sentenza della Corte Costituzionale sui provvedimenti legislativi relativi al riordino delle province consente finalmente di voltare pagina rispetto ad un modo inadeguato e inefficiente di intendere le riforme istituzionali nel nostro paese”

E’ quanto sostiene il segretario provinciale dell’UDC, Gennaro Santamaria, a proposito della recente sentenza della Consulta Costituzionale che ha dichiarati incostituzionali di due provvedimenti legislativi adottati dal parlamento nel corso della scorsa legislatura.

“La pronuncia della Consulta non stupisce nessuno –  prosegue il segretario provinciale dell’UDC – perché tutti avevamo sostenuto che i provvedimenti legislativi approvati dal parlamento presentavano chiari profili d’incostituzionalità e soprattutto evidenziavano una confusione sul piano del riordino istituzionale. Mi auguro – chiarisce Santamaria – che l’attuale parlamento voglia affrontare in modo serio ed organico il problema del riordino del sistema istituzionale Italiano. Di sicuro c’è bisogno di arrivare ad nuovo assetto dello Stato, intesto in tutte le sue articolazioni, che comporti un risparmio della spesa pubblica. Ma tutto ciò deve avvenire ponendoci come primo obiettivo  quello di rendere i servizi pubblici più efficienti e più efficaci. Per fare questo – conclude il segretario provinciale dell’UDC – sarò necessario ragionare, con calma e senso di responsabilità, su tutte le istituzione presenti nel nostro paese e individuare con saggezza ed equilibrio quale sopprimere e quale potenziare.

 

Giovanni D’Aronzo. Partito Socialista Italiano – Il delegato nazionale del PSI, Giovanni D’Aronzo, interviene sulla sentenza della Consulta che ha di fatto respinto la riforma delle province e il loro riordino.

“ si è trattato di una sentenza che ripristina la democrazia nel nostro paese. A nostro parere si è capito fin dall’inizio che la riforma delle provincie contenuta ne decreto Salva Enti non andava bene. In modo frettoloso e confuso il governo dei tecnici di Monti ha cercato, sbagliando, di dare una parvenza di riduzione delle spese pubbliche abolendo delle Province e ipotizzando anche il riordino delle stesse, senza tener conto della Costituzione Italiana. Ora, che la consulta rimette le cose al proprio posto, ci auguriamo che il governo di larghe intese voglia immediatamente stabilire la data delle elezioni restituendo la parola al popolo. Il tempo dei commissari straordinari è terminato, la parola agli elettori”.

 

 

 

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