CULTURA
San Pellegrino Cooking Cup, il telesino Iannotti quinto nella sfida ai fornelli contro i migliori chef del mondo

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Lo chef sannita Giuseppe Iannotti si è classificato al quinto posto nella gara “Inside the Cooking”, nell’ambito deella prestigiosa San Pellegrino Cooking Cup di Venezia, la regata di 12 miglia giunta alla XIII edizione e organizzata in collaborazione con lo storico yacht club Compagnia della Vela.
Iannotti, 28enne di Telese Terme, è un ingegnere informatico prestato ai fornelli con ottimi risultati: stella Michelin annunciata per il 2014 e tanti riconoscimenti, dal “Giovane dell’Anno” per l’Espresso al “Premio Vent’Anni”.
LA GARA – La San Pellegrino Cooking Cup è una competizione che coinvolge da sempre non solo velisti e skipper, ma anche cuochi e gourmet da tutto il mondo: mentre gli equipaggi sono impegnati a domare il vento per coprire nel minor tempo possibile la distanza tra il Lido di Venezia e l’isola di San Giorgio, sottocoperta c’è un cuoco che prepara un piatto, la cui perfetta esecuzione contribuisce a far guadagnare punti in classifica. Ogni pietanza è sottoposta poi al giudizio di un’autorevole giuria composta da dieci chef di fama internazionale.
Proprio la sfida “Inside the Cooking” – una “gara nella gara” – ha visto la partecipazione di dieci imbarcazioni e dieci equipaggi, nove dei quali con chef professionisti stranieri arrivati da Australia, Austria, Belgio, Cina, Israele, Paesi Bassi, Russia, Emirati Arabi Uniti e USA che hanno sfidato l’equipaggio Italia rappresentato dal giovane cuoco sannita Giuseppe Iannotti.
Alla fine della competizione, l’ “artista” telesino ha chiuso con un ottimo risultato nella classifica che combina il piazzamento in regata e i voti ottenuti per la preparazione di due piatti. Iannotti ha dimostrato tutta la sua versatilità già nella serata inaugurale di venerdì con un baccalà alle fragole bagnato nel mojito al cetriolo.
In regata ha poi osato di più con un raviolo condito con pomodoro, calamari e coniglio marinato e affumicato. Le sue creazioni non hanno però convinto fino in fondo i giurati che hanno invece premiato l’americano Paul Qui, seguito in classifica dall’israeliano Haviv Moshe, dal cinese Liu Rene Jie e dal russo Vladimir Mukhin.