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L’associazione “La Città che vogliamo” incontra il Comitato Per Capodimonte

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L’associazione social culturale “La Città che vogliamo”, ideata e fondata da Vittoria Principe ed Elvira Franzese, prosegue il suo ciclo di incontri con associazioni e comitati di quartiere. Stavolta si è svolto un confronto con il Comitato di quartiere “Per Capodimonte-Ponticelli”, rappresentato dal presidente Giancarlo Verdino. In un bar della zona, Verdino ha fatto richiamo al forte disagio sociale dell’area ma non solo. I componenti de ‘La Città che vogliamo’ hanno raccolto le istanze del portavoce dei cittadini, che vanno dall’ordinaria manutenzione fino alla scarsità di illuminazione, di sicurezza (pochi vigili urbani) e di marciapiedi, passando al manto stradale rovinato in molte arterie del rione.
Poi un appello del presidente Verdino affinchè lo Iacp possa concedere un locale da utilizzare come sede del Comitato. Non è mancata una proposta all’Asia di Benevento: “Attuiamo anche la raccolta porta a porta del vetro, la città ne beneficerà”. Era presente anche Giovanni D’Aronzo del PSI, il quale, dopo aver elogiato l’impegno de ”La Città che vogliamo”, ha sottolineato l’intuizione giusta del sindaco Pepe quando, a suo tempo, si aprì al mondo civico, però poi tutto è scemato.
Principe, Franzese e altri hanno chiesto un recupero del confronto perso, aggiungendo: “in un periodo di crisi, almeno il dibattito è importante visto che difficilmente si riescono a risolvere i problemi”. Le socie ispiratrici anche hanno avanzato l’idea di concedere i teatri cittadini, oramai abbandonati, in gestione a ragazzi e cooperative affinchè si possa favorire l’intregrazione sociale.
Inoltre ”La Città che vogliamo” ha suggerito la creazione di un ‘assessorato alla quotidianità’, a cui la gente si possa rivolgere per denunciare le proprie richieste e lamentele. In seguito, Verdino ha disegnato un ‘quartiere sporco che fa solo da scena alle sfilate elettorali dei politici, i quali promettono ma non mantengono’, continuando poi: ‘Non si vive nemmeno in modo dignitoso. Tante sono le famiglie in difficoltà e spesso una grossa mano arriva dalla chiesa San Giuseppe Moscati di Capodimonte’. Infine, qualche intervento nostalgico dei presenti, i quali hanno ricordato le progettualità e le menti di un passato politico che stentano a ritornare.