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Valle Vitulanese

Agroalimentare e turismo in Valle Vitulanese. I circoli Pd propongono nuovi modelli di sviluppo

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Un modello di sviluppo “Sannio” con la costruzione di una filiera agroalimentare e turistica “Valle Vitulanese”. E’ la proposta approntata dai Circoli del PD della Valle Vitulanese, che vuole, in qualche modo, stimolare nella popolazione della Valle, un dibattito, sulle politiche da mettere in campo per la crescita del territorio, nel rispetto dei valori e degli elementi connotativi da preservare.

“Secondo la nostra IDEA l’area “Valle Vitulanese”, in primis deve essere considerata e vista in un ambiente di area territoriale vasta quale il “Sannio”. Il Sannio, deve comprende al suo interno, delle macro aree – Valle Vitulanese, Valle telesina, Valle Caudina , Valle del Fortore ecc. – , al fine di realizzare una rete provinciale di territori in cui la promozione turistica vada di pari passo con la sostenibilità ambientale, con l’offerta dei prodotti tipici e la messa a rendita delle bellezze ambientali e le valenze architettoniche – una per tutte S. Maria in GRUPTIS – e paesaggistiche ricomprese nell’area Parco Taburno Camposauro per fare un turismo intelligente di qualità e non di massa.

E’ pertanto utile pensare – continua la nota – di organizzare delle cabine di regia, che favoriscano l’incontro tra pubblico e privato, in grado di sostenere e orientare l’attività turistica attraverso la formazione di operatori locali, la costituzione di siti web dediti alla promozione di beni e prodotti, all’informazione e alla messa in rete delle risorse locali, la definizione di pacchetti vacanza da proporre all’estero mediante la collaborazione di ambasciate e consolati, l’individuazione di attività nel campo enogastronomico – Stazione del Gusto (Torrecuso) – dove è possibile degustare piatti tipici accompagnati dai vini locali e percorsi escursionistici locali o regionali, la promozione del turismo gastronomico e dei prodotti mediante eventi itineranti.

In queste aree così individuate e secondo le diverse peculiarità territoriali e comparto produttivo prevalente, – spiegano i circoli – sia messo a regime una molteplicità di filiere produttive che possano diventare volano di sviluppo e benessere. Noi diffidiamo di chi pensa a insediamenti industriali nel nostro territorio, e riteniamo che nel rispetto della vocazione agricola di tipo prevalente, la nostra Valle non può che avere un unico modello di sviluppo che è quello dell’agroalimentare e turistico. In tal senso la creazione di una filiera agroalimentare e turistica “Valle Vitulanese” rappresenta una possibilità concreta per tutta la popolazione del territorio. Territorio, che vive, problemi di marginalità per una serie di concomitanze sfavorevoli, ma che possiede grandi ricchezze dal punto di vista naturalistico – paesaggistico, storico-culturale o di artigianato locale.

Nell’ambito quindi di un progetto più ampio di territorio – SANNIO – che miri a incrementare la competitività e l’attrattività dei nostre aree rurali e montane, deve essere inserita la filiera agroalimentare e turistica “Valle Vitulanese” con i sui prodotti di qualità già abbastanza conosciuti a livello nazionale ed internazionale come: la salsiccia rossa di Castelpoto, il formaggio pecorino di Vitulano e le castagne, l’aglianico e la falangina del Taburno , le ciliegie di Campoli Motetaburno e la patata dei territori montani di Tocco Caudio.

Una tutela particolare – sottolineano – merita la “salsiccia rossa di Castelpoto”per la quale è indispensabile prevedere l’istituzione di un consorzio che ne definisca gli standard di qualità e ne certifichi l’origine. Al momento alcuni comparti produttivi, in particolare il Vitivinicolo e l’Olivicolo nonostante il raggiungimento di un alto livello di qualità del prodotto ha un mercato limitato per effetto di un costo ancora alto. Per abbatterne i costi quindi, e per rendere, i prodotti convenienti devono essere eliminati alcuni passaggi e intermediazioni. Tutto questo è possibile soltanto con la realizzazione della cosiddetta “filiera corta” che prevede un rapporto diretto fra produttore e consumatore, che accorcia il numero degli intermediari commerciali e ne diminuisce il prezzo finale.

In definitiva – concludono – riteniamo che le linee d’intervento prioritarie nella definizione di una strategia d’azione per la formazione di una filiera agroalimentare e turistica “Valle Vitulanese” strutturata sono : dare impulso una cultura di filiera che rafforzi il tessuto produttivo della rete territoriale provinciale in direzione di una maggiore cooperazione, dell’integrazione sistemica e dell’innovazione (banda larga e produzione di energia elettrica da fonti alternative); favorire l’accesso ai mercati nazionali e internazionali, con l’inserimento nel sistema di figure professionali capaci di valutare e sfruttare proficuamente le opportunità di mercato legate ai rapporti con la Grande Distribuzione organizzata, l’exsport e i nuovi media; valorizzare la qualità della produzione, formando figure esperte capaci di assistere le aziende che vogliono puntare alla certificazione di qualità o di origine, ovvero che intendano differenziare il proprio marchio attraverso i valori della tipicità o del rispetto dell’ambiente”.

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