Sindacati
Tpl Fortore, i sindacati chiedono incontro con l’Etac
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Nota della Filt Cgil e Fit Cisl in merito alla protesta da parte del Comitato Tpl Fortore, associazione che raggruppa gli utenti del trasporto pubblico locale del Fortore, sui disagi e disservizi riscontrati con l’azienda Etac Srl per il rinnovo dell’abbonamento.
“Questa protesta – spiegano i sindacati – risulta scaturire da inefficienze organizzative della E.T.A.C. srl azienda esercente il servizio di trasporto in tale territorio, in particolar modo dal fatto che nella vendita degli abbonamenti si avvale di un solo sportello ubicato presso la sede della società e a determinati orari.
È chiaro e manifesto a tutti – continuano nella nota – che questo tipo di organizzazione penalizza l’utenza rappresentata per la maggior parte da studenti che non ha la possibilità di recarsi presso la E.T.A.C. a effettuare l’acquisto di abbonamento.
Fino ad oggi tale incombenza era esperita dagli operatori di esercizio (autisti) che sotto la propria responsabilità, a proprio rischio e pericolo, senza alcune remunerazione, raccoglievano le richiesta di abbonamento e le relative somme, effettuavano gli abbonamenti in sede e li ridistribuivano all’utenza.
È stato sempre il grande senso di responsabilità e lo spirito di sacrificio che ha permesso alla azienda di sopperire alle sue incapacità organizzative e a consentire agli utenti di avere un servizio adeguato.
Ma alcune paradossali e assurde decisioni dell’azienda in materia di organizzazione del lavoro hanno determinato non solo aggravi sui turni di servizio ma anche contrazioni retributive per unilaterale interpretazione e applicazione di un accordo regionale che nel caso dell’E.T.A.C ha comportato una riduzione di € 150,00 per ogni autista; inoltre le continue e ripetute vessazioni sui lavoratori, (Procedure legge 223/90, due licenziamenti, utilizzo improprio del personale part-time, ecc.) la contrazione dei diritti e degli emolumenti solo su alcune tipologie di lavoratori, gli operatori di esercizio, hanno generato un clima di tensione e di contrapposizione tra azienda e dipendenti che hanno portato gli autisti ad effettuare soltanto le mansioni strettamente di propria competenza.
Purtroppo la Direzione aziendale, maldestramente ed inopportunamente, – aggiungono – sta facendo passare queste sue deficienze organizzative come una forma di protesta degli operatori d’esercizio, quasi fosse stato obbligatorio assolvere alla raccolta degli abbonamenti.
Ci si rende conto che questo atteggiamento aziendale comporta gravi disagi agli utenti, ma la presunzione e la tracotanza di scaricarli sui dipendenti è assurda e imprudente.
Ma le nostre preoccupazioni e le inquietudini – proseguono – scaturiscono anche dal fatto che questi comportamenti aziendali indeboliscono fortemente la tenuta economico-finanziaria della società in quanto, da queste condotte, ne conseguono contrazioni degli incassi, disaffezione dell’utenza, scarsa efficienza del servizio, inutili e dannose tensioni tra i lavoratori, senza contare il deterioramento del clima di collaborazione tra le parti che in questi anni ha permesso all’azienda di essere leader tra le aziende private del territorio.
Di questo passo, continuando a trincerarsi dietro ad una organizzazione del lavoro che prevede solo ed esclusivamente il massimo utilizzo del personale, ridotto ai minimi termini come addetti, per rispondere ai tagli delle risorse pubbliche senza intervenire su altri centri di costo o senza rimodulare l’offerta dei servizi, magari allargandola, può condurre al rovina della società.
Il timore – concludono – è che le conseguenze per l’utenza e per i lavoratori possano essere catastrofiche e si chiede alla società di intervenire sulla Direzione d’esercizio affinchè siano presi opportuni provvedimenti per scongiurare questa lenta agonia. Di questo intervento si dubita fortemente in quanto, nell’E.T.A.C., società ed azienda, curiosamente, coincidono.
Si chiede, alla luce di questi gravi comportamenti, urgente incontro con l’Ente affidatario dei servizi per rimuovere tutte le irregolarità nell’organizzazione aziendale e ripristinare nell’E.T.A.C. condizioni di lavoro e retribuzioni legittime”.