POLITICA
Province. Patroni Griffi: “Abolizione totale solo se convinti”. E sul decreto: “Riformare anche Regioni e Comuni”

Ascolta la lettura dell'articolo
“L’abolizione totale delle Province si fa su revisione costituzionale ma solo se se ne è convinti”. Lo ha affermato Filippo Patroni Griffi, ministro per la Pubblica amministrazione, intervenendo ad Agorà, su Rai Tre.
“Se si aboliscono le province – ha spiegato Patroni Griffi – le funzioni non sono morte, ma bisogna demandarle a qualcuno. Il tipo di funzioni che abbiamo dato oggi alle province dovrebbero essere allocate alle regioni. Queste ultime possono svolgerle da sole, ma il personale delle regioni costa mediamente il 23 percento in più di quello degli Enti locali, oppure le possono affidare ad agenzie ed enti strumentali, come talvolta avviene, e questi costerebbero molto di più di quanto si sarebbe risparmiato con l’abolizione”.
Il ministro per la Pubblica amministrazione aggiunge anche che il decreto legge sul riordino delle province “è il primo tassello di una riforma del governo del territorio, che nella prossima legislatura dovrà interessare necessariamente anche le Regioni e i Comuni in modo e con strumenti diversi”.
“Credo sia stato importante – prosegue su Rai Tre – cominciare dalle province perché sono Enti che esistono negli altri Paesi europei. Ed è per questo che ero contrario all’ abolizione. Il problema era ridisegnarle su tre profili: le dimensioni; individuare le funzioni evitando le duplicazioni con altri livelli di governo; cambiare la governance di questi enti, prevedendo che fossero enti rappresentativi di secondo grado, quindi ad elezione indiretta”.
“La nostra scommessa – continua Patroni Griffi – è assicurare certezza e stabilità dei conti a servizi invariati. Non è semplice ma ci stiamo provando nel complesso”.
“Non ci siamo potuti fare un calcolo preciso del risparmio perché dipende anche da come vanno le cose – aggiunge -. Sicuramente realizzeremo economie di scala che riguardano gli immobili, gli acquisti di beni e consumi, i costi connessi all’istituto Provincia. C’è poi soprattutto un risparmio che riguarda la riorganizzazione periferica dello Stato”.