Quote Rosa, Martignetti (Alba) chiede la nomina di donne anche nelle Partecipate del Comune

Rito Martignetti Rito Martignetti, coordinatore sannita di ALBA, è intervenuto con una nota inviata alla stampa sul dibattito delle quote rosa nei Cda, deciso dal governo, raffrontando questa decisione con la realtà che si riscontra invece nella città di Benevento. “La difficoltosa inclusione delle donne ai vertici decisionali – scrive Martignetti – è la punta d’iceberg di uno zavorrante maschilismo, associato ad una gerontocrazia conservatrice. I partiti, a parole e nei poco rispettati statuti, promettono da anni “azioni positive” per la salvaguardia delle pari opportunità o, addirittura, della parità di genere nel Parlamento, nelle giunte e nei consigli di amministrazione. Il 3 agosto scorso, il Governo ha dato il via libera alle “quote di genere” nelle società a controllo pubblico. Quote che in Italia sono rosa, ma che in Norvegia dal 2007 sono azzurre! Concretamente, dopo l’acquisizione del parere del Consiglio di Stato e l’approvazione definitiva del Regolamento in Consiglio dei Ministri, nei CdA delle aziende pubbliche si apriranno le porte a diecimila donne (6500 consiglieri e 3500 sindaci).

Una piccola rivoluzione che suona la sveglia per i politici penosamente lenti a recepire, se non per interventi esterni. Paradigmatico, al riguardo, il caso della giunta comunale di Benevento che ha pure dimezzato la presenza femminile al suo interno, imposta nel minimo di un’assessora da due sentenze del Tar, invocato da due cittadine nella precedente consiliatura. Lo scorso 24 maggio, nell’ambito di una manifestazione della Fidapa, il vicesindaco Raffaele Del Vecchio ha dichiarato testualmente: “Devo ammettere, con molta serenità, che, se non ci fossero state le quote rosa, in Giunta non ci sarebbe stata una figura femminile poiché i meccanismi di selezione sono sbagliati. Le quote rosa, dunque, sono necessarie…” Se Del Vecchio è almeno culturalmente sensibile al problema, il sindaco Fausto Pepe conferma la sua ostinata avversione alle imposizioni dall’alto, che non tenta neanche di prevenire. Per nominare una donna in una sua giunta ha aspettato due sentenze sfavorevoli del Tar e la richiesta di un giudizio di ottemperanza.

Poi, è venuto meno alle richieste del Prefetto si Benevento che, con nota prot. 5291/Area II del 18/2/2011, lo invitava ad esercitare le proprie prerogative in modo da assicurare, nella composizione del CdA della partecipata AMTS (art. 6 bis Statuto comunale) il rispetto delle pari opportunità tra uomini e donne: “Nel caso specifico – scriveva il dott. Mazza – la S.V. è tenuta a rimuovere la situazione di discriminazione ripristinando il rispetto delle norme dal momento che ha nominato…esclusivamente rappresentanti di sesso maschile nel predetto CdA”. Senza aspettare l’ennesima imposizione di legge, sarebbe il momento da parte delle amministrazioni attive inadempienti di un atto di discontinuità con il proprio passato, ripristinando la dovuta attenzione per il mondo femminile. Il nodo sannita di ALBA chiede, pertanto, l’immediata nomina di almeno una donna in tutte le partecipate ancora “a sesso unico”.”