ECONOMIA
Etichetta, semplificazione e internazionalizzazione: le sfide di Coldiretti

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“Sbloccare la legge sull’etichetta d’origine di tutti gli alimenti; attuare la semplificazione per alleggerire un carico burocratico che fa perdere cento giorni di lavoro alle imprese agricole; concretizzare l’internazionalizzazione per aprire nuovi mercati”.
Sono queste le tre cose da fare entro i prossimi mesi, secondo quanto dichiarato ieri dal presidente Sergio Marini nel chiudere i lavori dell’assemblea nazionale di Coldiretti, davanti ai quindicimila agricoltori presenti al Palalottomatica di Roma.
Alla manifestazione hanno preso parte oltre 500 tra dirigenti e soci della Coldiretti Benevento che con 10 pullman che sono partiti da diversi Comuni della provincia hanno raggiunto Roma per assistere ai lavori assembleari.
Al tavolo della presidenza sedeva anche il presidente della Coldiretti Benevento, Gennaro Masiello nella veste di vice presidente nazionale dell’associazione.
“Etichetta, semplificazione e internazionalizzazione sono alcuni degli impegni assunti ieri dai Ministri Passera (Sviluppo economico) e Catania (Politiche agricole) – ha sottolineato il presidente provinciale Gennaro Masiello -; impegni che dobbiamo ora portare assieme fino in fondo, ed è su queste cose che misureremo le azioni della politica.
Non è accettabile – ha aggiunto Masiello – l’assenza di una legge chiara sull’etichettatura. E l’Europa, cercando la via del compromesso, ha deciso di metterci altri tre anni per risolvere la questione”.
Nel grande mare della globalizzazione – ha proseguito Masiello – ci salveremo solo ancorandoci a quei prodotti, quei manufatti, quelle modalità di produzione che sono espressione diretta dell’identità italiana, dei suoi territori, delle sue risorse umane.
Questo patrimonio è inalienabile e costituisce la più forte leva competitiva del nostro ‘produrre’, come confermano le imitazioni del nostro Made in Italy su scala mondiale che hanno raggiunto proporzioni gigantesche a riprova della sua assoluta unicità e della sua straordinaria bontà.
L’agroalimentare italiano – ha concluso – è un riferimento per individuare strategie di sviluppo per l’intero Paese: il modello agricolo italiano è infatti vincente nel mondo dove ha conquistato primati nella qualità, tipicità e nella salubrità delle produzioni, ma anche nel valore aggiunto per ettaro di terreno ovvero la ricchezza netta prodotta per unità di superficie dall’agricoltura italiana”.