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Rugby

Rugby Benevento. L’allenatore biancazzurro Roberto Ricci: “Stagione da incorniciare”

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A circa 1 mese di distanza dalla vittoria su Le Aquile del Tirreno che ha sancito il ritorno del Rugby Benevento in serie B, parla Roberto Ricci, allenatore e artefice della straordinaria promozione.

Mister Ricci, dia un voto alla stagione del Rugby Bn.
Attribuire un unico voto a tutta la stagione è alquanto riduttivo. Distinguerei innanzitutto tre periodi, il primo da inizio campionato a novembre-dicembre a cui attribuirei un 4-4,5; un secondo periodo, da gennaio ad aprile a cui attribuirei un 8,0-8,5; infine un terzo periodo, relativo alle partite di play off, dal 29 aprile al 20 maggio, dove la squadra, il gruppo ha fatto tutto quello che doveva fare, sia dal punto di vista del gioco che dal punto di vista dell’atteggiamento mentale. Al primo attribuirei un 8,5-9,0, al secondo invece attribuisco un 10 pieno. In questo tipo di partite, cioè quelle da “dentro o fuori”, ritengo l’approccio mentale assolutamente fondamentale per affrontare al meglio gli incontri.

Devo dire che dal punto di vista mentale l’atteggiamento degli atleti sia stato perfetto! Nei 22 giorni dei play off anche gli atleti meno esperti, quelli provenienti dalla Under 20, hanno avuto la giusta concentrazione, il giusto approccio mentale alla partita, la giusta tensione nervosa e la giusta maturità durante il gioco. In breve un comportamento ineccepibile sotto tutti i punti di vista, da veri atleti di livello. Complimenti a tutti.

Quale è stato il momento più difficile?
Sicuramente il momento più difficile è coinciso con il periodo fine novembre-inizio dicembre. In quel periodo è capitato un po’ tutto quello che può capitare di negativo: infortuni, risultati negativi (le due sconfitte consecutive, contro IV circolo e Santa Maria C. V.), contestazioni più o meno velate. Ricordo che in quel periodo ho perso la III linea Errico, per lesione al legamento crociato del ginocchio destro. Anche nella seconda linea mi sono mancati alcuni elementi, nonché il capitano, Tornusciolo, bloccato per lungo tempo a causa di un problema piuttosto serio alla schiena.Credo che questi momenti siano servite a gettare le fondamenta per il positivo prosieguo del campionato. In questo periodo il gruppo ha acquisito consapevolezza delle problematiche oggettive e ha imparato ad affrontarle con atteggiamento positivo. Con questi presupposti la qualità, insita nel gruppo, si è palesata puntualmente e questo ha fatto sì che i ragazzi sono stati definiti, da atleti e tecnici avversari di diverse squadre, quella che giocava il migliore rugby di categoria.

Quando, invece, ha pensato: “E’ fatta”?
Ho pensato fosse fatta, forse dopo una settimana dal 20 maggio. A parte la battuta, ho vissuto questi venti giorni, dal 29 aprile al 20 maggio con una tale intensità, a partire dai primi 25 minuti, giocati male, contro il Trepuzzi a finire all’ultimo minuto della finale contro le Aquile del Tirreno, che quasi non sono riuscito a rendermi conto di quello che stava accadendo.

I pensieri, le preoccupazioni, le attenzioni che un allenatore deve avere, per conferire la giusta serenità e la giusta carica al gruppo, non hanno lasciato molto tempo per prepararsi al momento di pensare “è fatta!”. È una cosa che viene da sé, e forse anche un po’ per scaramanzia non ci ho mai pensato.

Cosa le è piaciuto di più in tutto il campionato?
Forse proprio la reazione a quel periodo negativo che è culminato nelle due sconfitte consecutive e che pareva avessero compromesso irrimediabilmente il nostro campionato. Da quelle sono nate cose positive, per i singoli atleti e di riflesso anche per il gruppo. Per esempio mi è piaciuto l’entusiasmo di un atleta, Francesco Frattolillo, nel cambiare il proprio ruolo, da ala-tre quarti a terza linea, discorso in parte valido anche per un altro tre quarti, Marco Petrone, che quando si è reso necessario si è fatto trovare pronto a ricoprire il fondamentale ruolo di numero 8. Penso all’inserimento in pianta stabile nella formazione di un elemento come Andrea Grasso, iniziato al rugby da meno di un anno, tanto da farlo eleggere “man of the match” nella fondamentale partita di ritorno contro il Santa Maria Capua Vetere.

Un’altra cosa che mi è piaciuta è stato l’inserimento di cinque elementi della squadra under 20 a partire dalle ultime 3-4 partite della fase regionale a tutti i play off che hanno conferito qualità e sostanza al gioco, integrandosi egregiamente in quella che sarà la loro squadra per gli anni a seguire. Per questo faccio i miei personalissimi complimenti a Bounou, Ceglia, Casillo, Cioffi e Comunale, sperando che confermino tutto quello che di buono hanno mostrato nell’ultimo mese e mezzo di questo fantastico campionato.

Cosa le è piaciuto di meno?
Non è che ci sia qualcosa che mi sia piaciuto di meno. Diciamo che bisogna lavorare sugli atteggiamenti e sull’approccio che alcuni atleti hanno verso la partecipazione al gruppo e verso chi fa le scelte. Sono fermamente convinto che la qualità si possa ottenere solo se si hanno tanti elementi validi che ad ogni allenamento lavorano per mettersi in gioco per ottenere il tanto agognato posto in squadra o, quanto meno, nei 22 che scendono in campo la domenica.

Devo dire che durante il campionato non sempre ho avuto un numero adeguato di atleti agli allenamenti, per cui si creava spesso il problema opposto, cioè di reperire atleti per ricoprire determinati ruoli e/o mettere insieme 22 nomi per completare la lista gara. In una siffatta situazione si perde di vista, e quindi si perde l’abitudine al fatto che potrebbe capitare che questo o quell’atleta possa essere messo in panchina o fuori rosa.

Quest’anno le poche volte che avevo possibilità di scelta, cioè di mettere qualche elemento fuori dai 22, avevo il mio bel da fare per far comprendere il concetto. A mio parere su questo si dovrà lavorare in futuro, a prescindere dal destino del Rugby Benevento e dall’eventuale riunificazione con i Gladiatori. Bisognerà inculcare nuovamente quello spirito di squadra, di solidarietà necessario agli atleti per comprendere che esiste la possibilità di restare fuori per una o più partite, ma che la loro partecipazione è comunque fondamentale per il miglioramento della qualità dei singoli e della qualità globale. Per usare una affermazione molto banale (che non gradisco molto), possiamo dire: “lo sport è competizione”. Sia pur banale, è una affermazione che sinteticamente esprime il concetto fondamentale per la crescita qualitativa degli atleti e del gioco.

Chi si sente di ringraziare?
“Ringraziamenti vanno sicuramente e prioritariamente a coloro che hanno voluto il mio ritorno alla guida della prima squadra del Rugby Benevento, a partire dal Presidente per finire al team manager Giuseppe Tomaciello. Ringrazio per la lealtà che mi è stata accordata. Detto questo ovviamente aggiungo i ringraziamenti agli atleti tutti, anche a quelli che hanno contribuito sia pure per un solo minuto, sia pure se, stando in panchina, non sono entrati, ai dirigenti Giancarlo De Nigris e Sergio Cremonesi e tutti i tifosi che si sono sobbarcati un viaggio di 5 ore per venire a vedere la nostra finale a Cosenza. È una sensazione fantastica e indescrivibile rendersi conto di essere tra i fautori di tanta mobilitazione di gente impegnata a organizzarsi per venire a vedere una tua partita. Per me un grandissimo onore!!!”

Quali le prospettive per la nuova stagione?
Per la nuova stagione, alla luce anche del risultato sportivo dei gladiatori, non può essere altro che iniziare a lavorare per riportare il movimento sannita, possibilmente sotto il nome U S Rugby Benevento, nella sua serie d’elezione, la serie A! Questa è l’unica prospettiva che vedo davanti. Il modo, i tempi e gli strumenti di lavoro all’attualità non sono dati sapere, atteso che quest’anno c’è il rinnovo del consiglio della U.S. Rugby Benevento e quindi un probabile rinnovo delle cariche di consiglieri e presidente.

In questa incertezza nemmeno il sottoscritto ha garanzie. In ogni caso, chiunque sarà a guidare la squadra, chiunque sarà il presidente, chiunque sarà a rivestire la carica di consigliere, la prospettiva, a mio parere è una e solo una: tentare immediatamente la scalata alla serie A.
 

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