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Sindacati

Sindacato Azzurro: “I Consorzi di bacino non sono tenuti a presentare il DURC”

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“Una nuova problematica che s’intreccia a quelle già esistenti ai Consorzi di Bacino della Regione Campania rispetto ai rapporti che gli stessi hanno con i comuni, le aziende e le proprie società partecipate”.
 

A parlarne in una nota è il segretario del Sindacato Azzurro, Vincenzo Guidotti che aggiunge: “sotto il profilo meramente giuridico, si sta profilando una confusione diffusa di amministratori pubblici e privati sulla efficacia e l’applicabilità relativa alla certificazione del DURC (Documento Unico di Regolarità Contributiva).
Giova ricordare che il Documento Unico di Regolarità Contributiva è un certificato che attesta contestualmente la regolarità di un’impresa nei pagamenti e negli adempimenti previdenziali, assistenziali e assicurativi, nonché in tutti gli altri obblighi previsti dalla normativa vigente nei confronti di Inps, Inail e Casse Edili verificati sulla base della rispettiva normativa di riferimento. 
 

Ma, tutto questo è prescritto unicamente per imprese di diritto privato e non certamente per enti pubblici non economici, ovvero enti locali quali i consorzi di bacino (seppure in liquidazione coatta ex lege.)
In Campania – precisa il sindacalista- è stata male interpretata la norma che regolamenta i Consorzi obbligatori di Comuni, ovvero, ciascun Comune è socio sottoscrittore dello Statuto che lo coobbliga al versamento di una quota minima forfettaria oltre che al pagamento dei costi delle spese sopportate per la gestione dei servizi in tutti i Comuni facenti parte del Consorzio. Al contrario i Consorzi hanno sottoscritto convenzioni o contratti di appalti con i loro soci, quindi l’errore di partenza è che l’appalto tra Comuni e Consorzio non poteva essere posto in essere.
Si rammenta che i consorzi di Bacino della Regione Campania sono stati costituiti con legge regionale Campania n.10/93 in ottemperanza al disposto normativo L. 142/90 successivamente modificata con la L. 267/2000.
 

Pertanto, i Consorzi non sono tenuti per nessuna ragione alla certificazione DURC.
A tale vincolo invece sono assoggettate le società partecipate dei Consorzi che, di fatto, essendo i Consorzi in liquidazione sarebbero dovute essere già sciolte e le medesime avrebbero dovuto già costituire da tempo il comitato obbligatorio dei creditori e chiudere le rispettive liquidazioni.
Si assiste invece che, molti comuni in violazione di quanto previsto dalla L. 26 art.11 comma 2 ter fuoriescono abusivamente dai Consorzi ed affidano servizi a società terze di natura privatistica non in regola con il DURC mentre alcuni comuni si rifiutano di pagare la pro quota dovuta al Consorzio (ente pubblico) perché questi non sarebbe in regola con il citato DURC. Il tutto nel silenzio assordante delle istituzioni.
 

Altra vicenda – continua Guidotti – riguarda i Commissari Liquidatori chiamati a gestire i Consorzi in liquidazione a fronte del grave stato di crisi economico finanziaria. Avrebbero dovuto dichiarare il dissesto economico – spiega – come avviene in qualsiasi ente pubblico con le opportune procedure che attengono a tali enti stessi ma di fatto ciò non è avvenuto.
 

Un ultimo grave problema da segnalare è l’attuale gestione degli impianti e del ciclo dei rifiuti che in violazione di quanto è descritto nel decreto Salva Italia convertito in legge viene gestito dalle società provinciali che di fatto, congiuntamente con le province, sono state esautorate da tale compito.
 

L’ultima violazione, non inferiore per importanza alle precedenti, è quella che i Commissari Liquidatori non avrebbero potuto nominare alcun responsabile dei vari comparti dei Consorzi in quanto la norma esplicitamente indicava che all’atto della loro nomina ogni altra figura apicale sarebbe dovuta cessare ipso-fatto".
 

Il sindacato chiede quindi l’accertamento immediato di tutte le situazioni descritte.

 

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