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Basile: la scuola pubblica versa in condizioni disastrose

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Da Daniela Basile riceviamo e pubblichiamo.
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"La scuola pubblica italiana versa in condizioni disastrose a causa delle spietate politiche scolastiche dissennate degli ultimi dieci anni e in modo particolare dell’ultimo governo Berlusconi che, con motivazioni di carattere puramente economico-aziendalista ha tagliato circa 150.000 posti di lavoro tra docenti ed Ata e circa 8 miliardi di finanziamenti. Il Governo è cambiato ma, la situazione di stallo devastante continua a permanere ed il neoministro
Profumo prosegue sulla stessa linea di distruzione della Scuola Statale. Egli infatti attraverso due misure ben precise, intende mettere in discussione i diritti acquisiti dai precari presenti nelle graduatorie ad esaurimento e
proseguire nel progetto di aziendalizzazione della scuola pubblica. Il primo intervento mirato ad ottenere quanto prefissato, è stato quello di potenziare l’autonomia scolastica attraverso la creazione di reti territoriali di scuole e
“organico dell’autonomia” come sancito nel " Decreto Semplificazion" .
Il secondo passo attuato per raggiungere tale obiettivo è stato quello di avallare la proposta di legge della giunta Regionale Formigoni e dichiarare la piena disponibilità a trovare nuove forme di reclutamento. In barba ai diritti
costituzionali e lavorativi, la giunta regionale lombarda in questi giorni ha approvato una proposta di legge denominata “Misure per la crescita, lo sviluppo e l’occupazione” atta a modificare l’attuale legge regionale n.19/6. L’art. 8 in cui si prevede espressamente che “a partire dall’anno scolastico 2012/2013, le istituzioni scolastiche statali possano organizzare concorsi differenziati a seconda del ciclo di studi, al fine di reclutare personale docente necessario a svolgere le attività didattiche annuali” e che sia “ammesso a partecipare alla selezione il personale docente del comparto scuola che conosca e condivida il progetto e il patto per lo sviluppo professionale, che costituiscono parte integrante del bando di concorso di ciascun istituto scolastico”. Tali misure sono inaccettabili e costituiscono un modo assolutamente incostituzionale per introdurre la chiamata diretta nelle scuole lombarde ed esautorare il sistema di reclutamento nazionale basato sulle graduatorie provinciali (uniche a garantire trasparenza e merito), limitare la libertà d’insegnamento dei docenti asservendoli a un non ben specificato “progetto e patto per lo sviluppo professionale”, nonché ai Dirigenti scolastici dei singoli istituti che avrebbero diritto di “vita e di morte” sui docenti neoassunti sempre più precarizzati. La sperimentazione lombarda non costituisce altro che un apripista , un modello da esportare in tutta Italia. Non è possibile cancellare anni e anni di lavoro e servizio a tempo determinato prestati nella scuola pubblica a seguito di superamenti di uno o più concorsi pubblici, per favorire un sistema di reclutamento che genererà clientelismo e nepotismo e cancellerà definitivamente il merito.
E’ necessario contrapporsi con tutti i mezzi a questo tentativo di attuare la chiamata diretta e la regionalizzazione dell’istruzione e tutelare la scuola statale che deve rimanere laica, nazionale e bene comune di tutti e per tutti. E’ fondamentale che tutti i sindacati confederali e non intervengano per opporsi con tutti i mezzi che hanno a disposizione, sciopero compreso, ad una proposta legge che decreterà definitivamente la morte della scuola pubblica. Saranno organizzati incontri e assemblee per informare il personale docente e non docente della Provincia Sannita e per costruire assieme a loro e ai sindacati aderenti,una mobibilitazione nazionale il 27 marzo giorno in cui si effettueranno dei presidi in tutte le città d’Italia".