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POLITICA

Le proposte per gli Stati generali della cultura a Roma

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Dal responsabile di settore del Pd sannita, Raffaele Simone, riceviamo,e  pubblichiamo.

"Cari amici del Partito Democratico del Sannio, ci apprestiamo agli Stati generali della Cultura mentre il nuovo Governo della Repubblica Italiana,presieduto dal prof. Mario Monti, muove i primissimi passi dopo aver ricevuto un’amplissima fiducia dal Senato e dalla Camera dei Deputati con il sostegno convinto e determinante del Partito Democratico: inviamo da qui, dal Sannio e dal Mezzogiorno, un sentito augurio al Presidente Monti per un virtuoso itinerario governativo e nel contempo un caloroso grazie al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, per la sua opera di rispetto e di difesa della Carta Costituzionale,alla luce della quale ha condotto a soluzione la crisi di Governo, animato da una profonda fede in un’Italia unita per un’Europa più unita e solidale.

Le problematiche che tratto hanno un bisogno urgente di avere un interlocutore attento, sensibile e capace di operare seriamente, nel Governo della Nazione e delle Istituzioni Regionale e locali: le dichiarazioni programmatiche del Presidente Monti e l’affidamento del Ministero della Cultura ad una persona competente e impegnata culturalmente, come il prof. Ornaghi, rettore dell’Università cattolica, non solo ci fanno ben sperare ma ci mobilitano a darci da fare nell’opera di ricostruzione del nostro paese,a partire dai territori e dall’immenso patrimonio culturale e di memoria storica che ne costituisce il viatico.

Il PD, in questi tre anni ultimi di governo del Centrodestra, che si è reso responsabile di una politica disastrosa per la cultura,i beni culturali, la scuola,l’Università,il mondo dello spettacolo, del cinema e dell’arte,unitamente ad un turismo di qualità culturale, non è stato fermo, né in silenzio: ma ha elaborato linee strategiche innovative per una politica nazionale del patrimonio culturale e, l’ha dove è al governo delle istituzioni locali,come al Comune di Benevento, alla Provincia e in altri importanti Comuni del Territorio sannita, ha operato in maniera virtuosa per valorizzare il nostro patrimonio culturale, archeologico,monumentale e i siti dei Centri storici. Vogliamo esprimere un plauso per il riconoscimento da parte dell’Unesco del complesso di Santa Sofia e della Benevento Longobarda come patrimoni dell’Umanità; come anche per la ricostruzione dell’itinerario della Via Francigena del Sud, uno degli itinerari dei “Cammini medievali” più importanti verso Gerusalemme,proveniente da Roma e dal Nord Europa, attraverso le tappe del culto micaelico, molto presente nel Sannio, fino alla Grotta San Michele di Monte Sant’Angelo nel Gargano: un “Cammino” che insieme a quello di Santiago di Compostela in Spagna ha contribuito a costruire l’immagine culturale,politica e sociale dell’Italia e dell’Europa, fondate in una unitaria civiltà.

Alcuni aspetti delle proposte del PD per la cultura desidero richiamarli qui,perché in essi s’incentra la nostra iniziativa presente e futura,nelle comunità sannite e al governo delle istituzioni locali.
Innanzitutto noi ci richiamiamo alla nostra Carta Costituzionale e siamo impegnati ad attuare il suo art. 9 : “La Repubblica promuove lo sviluppo della Cultura e la Ricerca Scientifica e Tecnica. Tutela il Paesaggio e il Patrimonio Storico e Artistico della Nazione”. Questi principi irrinunciabili,troppo spesso disattesi,traditi e calpestati(vedi l’emblematica e triste vicenda di Pompei) sono la stella polare della nostra politica per la cultura. Purtroppo lo stato presente delle cose, è, nel complesso disastroso. E’ per questo che noi parliamo di “Ricostruzione” dell’Italia: che è economica,di coesione sociale e di unità Nord-Sud, ma anche culturale ed “intellettuale e morale”, per realizzare una politica complessiva per il Bene Comune. Nel presente, le attività culturali sono messe in ginocchio dalla mancanza di investimenti e di certezze, che riducono le produzioni e rischiano di trasformare il nostro paese da grande centro di creatività e innovazione culturale a semplice luogo di circuitazione: i tagli al Fondo Unico per lo Spettacolo (FUS) sono la dimostrazione più evidente della volontà di operare un ridimensionamento drastico della rete di eccellenze artistiche che caratterizza i nostri territori e rende l’Italia celebre nel mondo. La conseguenza è che il nostro paese sta perdendo ogni competitività(in 40 anni l’Italia è passata dal primo al quinto posto nella classifica delle mete turistiche globali).

Intrecciato a questo aspetto, c’è il fatto che in questi anni di “malgoverno” si è affermata l’ideologia del “managerialismo” che ha determinato nel settore dei Beni Culturali nuove costose incompetenze, commissariamenti, uso clientelare delle società pubbliche (vedi Arcus e Ales), che hanno finito per espropriare il MiBAC (Ministero dei Beni e le Attività Culturali), delle sue prerogative, e, cosa ancora più grave, c’è stata una conseguente continua mortificazione delle professionalità scientifiche e tecniche.

L’ultima relazione sui siti archeologici presentata dalla Corte dei Conti al MiBAC fotografa una situazione segnata dalle carenze: in primo luogo la mancanza di un archivio centrale aggiornato dei siti e,dunque,di una conoscenza completa del patrimonio archeologico nazionale; la lentezza burocratica e lo scarso coordinamento delle strutture centrali con quelle sul territorio; il ritardo nell’erogazione dei fondi: il 55% delle entrate economiche a disposizione del Ministero non è stato speso: nel 2010 la metà delle risorse del MiBAC è rimasta nel cassetto,in tutto 545,2 milioni di euro.

Il prof. Pier Giovanni Guzzo, docente alla “Sapienza” e già Soprintendente ai Beni archeologici di Napoli e Pompei, in una recente intervista, ha affermato: “E’ proprio la sempre più grave carenza di risorse professionali a ritardare la spesa. Manca quel personale professionalizzato in quantità necessaria per svolgere tutte le procedure richieste dalla legge per i lavori pubblici”. E il prof. Salvatore Settis, rettore della Scuola Normale di Pisa e già presidente del consiglio Superiore dei Beni Culturali, rincalza: “Sono oltre 20 anni che non si fa quasi nessuna assunzione ai Beni Culturali. Ogni anno vanno in pensione dai 500 agli 800 funzionari e ne arrivano zero: come si fa ad amministrare senza chi amministra? Il personale va in pensione presto poiché è incoraggiato a farlo da appositi provvedimenti ministeriali. Per ogni dieci funzionari che vanno in pensione, ne viene assunto meno di uno: procedendo a questo ritmo la chiusura del Ministero è praticamente certa. E chiudere Ministero e Soprintendenze vuol dire non rispettare la tutela del nostro patrimonio, e, quindi, la Costituzione”.

E’ urgente voltare pagina e con le intenzioni programmatiche del nuovo Governo di “Impegno Nazionale”, come lo ha definito il Presidente del Consiglio prof. Mario Monti, può essere possibile.
Intanto il PD, con la convinzione che un paese che non punti su Cultura, Conoscenza, Sapere e Creatività, è un paese che rinuncia al proprio futuro, è impegnato ad avvicinare progressivamente la spesa pubblica per la Cultura a quelli che sono i livelli di spesa in Europa, per affermare che nella cultura si investe e si investe per lo sviluppo futuro del paese: il carattere prevalentemente pubblico di questo investimento è la vera garanzia di autonomia del mondo della cultura. Perché è dovere innanzitutto dello Stato considerare la cultura una priorità e il sapere uno degli strumenti per uscire dalla crisi e rilanciare lo sviluppo nazionale.

In questa ottica, il PD opera perché s’inverta la rotta riguardo al rinnovamento e rilancio del MiBAC, snellendo l’apparato centrale e ridando fiato alle strutture periferiche e territoriali, garantendo reale autonomia alle funzioni tecnico-scientifiche, valorizzando le competenze esistenti e inserendo nuove professionalità: nel contempo bisogna garantire il necessario ricambio generazionale. Tali premesse sono indispensabili per immaginare un futuro sicuro per il Ministero. Inoltre perché il Ministero possa ottemperare alle funzioni attribuitegli dalla Costituzione, è indispensabile attivare sinergie tra tutti i livelli di governo e determinare strategie d’intervento condivise dallo Stato, dalle Regioni, dalle Provincie e dai Comuni,ripensando anche il ruolo delle Regioni, attribuendo loro maggiori funzioni e compiti, con relative risorse e strumenti,ferme restando le funzioni di surroga e di sostituzione da parte dello Stato in caso di inadempienza o inadeguatezza. Al centro di questo sistema e delle politiche pubbliche dovranno tornare ad esserci i Beni Culturali, la loro funzione sociale e l’interesse nazionale, superando la fase di mercificazione e di subalternità della cultura agli interessi economici.

Anche le Commissioni Cultura e Turismo delle Regioni e il Coordinamento Nazionale degli Assessori Provinciali alla Cultura e al Turismo, riuniti in sede congiunta il 17 novembre 2011 a Paestum in occasione della XIV edizione della Borsa Mediterranea del Turismo archeologico, in un passaggio delle loro proposte condivise,affermano: “Il ruolo della Cultura, intesa nel suo complesso, deve essere ripensato in modo da divenire il fulcro di una strategia condivisa e sinergica per lo sviluppo dei territori, anche considerando l’indotto del settore e la capacità di incidere sul tessuto sociale ed economico del ‘sistema Paese’.

Il PD considera centrali per la cultura italiana anche gli archivi, le biblioteche, i luoghi di conservazione e di diffusione della conoscenza, come luoghi di socializzazione e di incontro per giovani e adulti: ma tagli drastici dall’ultima forsennata politica governativa non hanno risparmiato questi ‘luoghi’. Occorre una svolta.
Riguardo allo Spettacolo, al Cinema e all’Audiovisivo, il PD propone e s’impegna perché il nostro paese rimanga un centro di produzione culturale e perché non si rassegni ad essere declassato a luogo di circuitazione e di distribuzione.

Per crescere e far crescere il paese ,la cultura ha bisogno di avere anche politiche industriali per la cultura e la creatività. In Europa le industrie creative producono il doppio della ricchezza prodotta dall’industria automobilistica. Il nostro ritardo è dovuto al fatto che si vuole continuare a considerare la cultura quasi solo in funzione ancillare rispetto al turismo e a non riconoscere il suo ruolo determinante di fattore di sviluppo, di innovazione e di creazione di posti di lavoro. Il PD è altresì impegnato a dare dignità e tutele ai lavoratori della cultura,colpiti in maniera particolare dalla precarietà e, per di più, finanche insolentiti da chi, da parte del governo del centrodestra, avrebbe dovuto occuparsi di loro: occorre provvedere con una legge di welfare per restauratori, archeologi, storici dell’arte, maestranze, autori, artisti e lavoratori dello spettacolo.
 
Questi appunti e approcci di analisi e progetti dal punto di vista della cultura e del formidabile patrimonio di memoria e di beni culturali per una possibile e necessaria “ricostruzione” del nostro paese, ripensandolo dal Sud, non li facciamo solo come democratici, come democratici che, nelle varie fasi storiche della nostra Repubblica e nelle diverse collocazioni culturali e politiche,sono stati e siamo chiamati a “ricostruire” il nostro paese, disastrato da altre politiche ed altre culture di forze estranee o addirittura nemiche della Costituzione repubblicana, della coesione sociale e della solidarietà e unità nazionale, ma come e, soprattutto, come cittadini italiani consapevoli di essere eredi e quindi responsabili per il futuro di una grande e nobile civiltà umana, che in queste terre, in ogni nostra città e borgo, in ogni paesaggio prodotto dall’opera dell’uomo, ispirato dalla bellezza e dalla creatività del lavoro, ha preso dimora da millenni e si è evoluta: e che oggi ci convoca qui per riconoscerla, difenderla e consegnarla più ricca e feconda di umana felicità alle giovani generazioni di oggi e di domani.

Ci troviamo in una delle più belle città d’Italia, città della Cultura e della storia millenaria, sovraccarica di memoria, tutta leggibile nel suo assetto urbano, nei suoi monumenti, dalla città dei Sanniti a quella dei Romani, dalla capitale della Lagobardia Minor, alla città Comunale, alla città pontificia,tutto conservato,che vive nella modernità: l’Arco di Traiano e Santa Sofia; il Teatro Romano e la Rocca dei Rettori; dentro ad un territorio provinciale ricco di Centri Storici, di città altrettanto millenarie e di piccoli borghi dalla lunga storia che conservano tesori di arte e di culti, di memorie popolari, di Chiese e di antiche strade e tratturi che hanno portato e portano ad incontrarsi con altri popoli, ad oriente ed occidente al nord e al sud del nostro paese costruendolo unito nella pluralità di etnie, idiomi, fedi, economie, usi e costumi.

Noi abbiamo la responsabilità oggi di saper leggere l’intero tessuto del nostro territorio, di svelarlo, proteggerlo, fruirlo, conservarlo insieme ai nostri giovani, delle scuole, dell’università dei Territori, per renderlo capace ancora di progettare il futuro e contribuire a progettare il futuro dell’Italia intera, protagonista in Europa.
Ma occorre una grande opera di cooperazione delle comunità, delle istituzioni, delle professioni, degli studiosi: nelle nostra modestia, ma con una grande ambizione politica e culturale, noi democratici dobbiamo dare il nostro contributo,da subito,come già lo stanno dando diversi, laboriosi e lungimiranti, rappresentanti istituzionali: Ma non basta: sulla cultura e per la cultura dobbiamo muovere le comunità territoriali, una nuova leva di amministratori locali più consapevoli, competenti e responsabili rispetto al patrimonio culturale del loro territorio e più disponibili e capaci di operare in rete sinergica tra loro e con tutti i livelli istituzionali su progetti di Distretti Culturali: Il nostro territorio sannita, attorno alla Città Capoluogo, si configura fin dall’antichità come articolato di Città territoriali,con una propria identità di cultura e tradizioni millenarie: Valle Telesina,con la città sepolta e mai scavata di Telesia; la Valle Caudina, Valle del del Tammaro, Val Fortore, Valle Vitulanese, i Borghi delle colline beneventane.

Proponiamo che il PD, in ciascuno di questi territori promuova,in rete istituzionale, con le associazione le economie e gli abitanti, il Distretto Culturale, da leggere nelle sue caratteristiche e da progettare nell’orizzonte che abbiamo delineato.

Dobbiamo assolvere a questo compito,ce lo chiede la nostra gente,ce lo chiedo i nostri giovani per un futuro di sviluppo, prosperità e solidarietà sociale e di generazione. Perché il futuro ha un cuore antico".

 

 

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