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POLITICA

Scuola di Magistratura a Benevento e Catanzaro, ‘consumato un pasticciaccio’

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E’ ferocissimo l’editoriale che il movimento civico Catanzaro nel Cuore pubblica sul suo sito (www.catanzaronelcuore.it) con evidente riferimento agli ultimi convulsi giorni di accordi politici per dirimere la questione sulla sede meridionale della Scuola di Magistratura. Che, in barba alle aspettative calabresi, avrà un’appendice anche a Benevento. Dove, non paghi, gli attori istituzionali restano sempre in attesa di un riconoscimento pieno. Che ha il suo peccato originale nel cambio di destinazione che un politico sannita, Mastella, con responsabilità di governo all’epoca, ha effettuato verso la sua terra d’origine…

***

"Sugli ultimissimi sviluppi relativi alla Scuola di Magistratura speravamo di aver capito male, che le notizie giunte da Roma nella serata di mercoledì scorso fossero inesatte. E per questo ci siamo concessi un paio di giorni di riflessione. Ma, a quanto pare, il brutto pasticciaccio che temevamo si consumasse…si è realmente consumato!

Pur in mancanza di dichiarazioni ufficiali – che probabilmente stentano a giungere per la vergogna di chi è preposto a rilasciarle – pare verosimile che l’importante incontro del 2 novembre non abbia partorito il classico topolino, bensì un immondo ratto della peggiore specie. Il guardasigilli Nitto Palma, pressato dai parlamentari pidiellini beneventani, ha tenuto nella capitale un incontro congiunto con gli omologhi catanzaresi (Galati, Pittelli, Speziali, Traversa) per discutere quella che ha definito una “complessa vicenda”.

In realtà la vicenda è semplicissima e solo una classe politica pessima, che affossa le regole della legalità preferendo innalzare su un piedistallo il più bieco dei compromessi, ha deciso di imboccare strade traverse allo scopo di “raggiungere una rapida soluzione” (come leggiamo in una nota di ambienti ministeriali), decidendo di aprire due sedi, una a Catanzaro ed un’altra a Benevento. Rapida perché? Perché il Ministro della Giustizia ed i parlamentari sanniti hanno avuto tanta fretta? C’è solo una risposta: per evitare il pronunciamento del Consiglio di Stato che, evidentemente, presagivano avrebbe messo la parola fine all’intera vicenda confermando la Sede della Scuola per Magistrati a Catanzaro. Si tratta di un imbroglio che rispecchia perfettamente la logica delle spartizioni e dei compromessi tanto cari a chi usa la politica per consolidare non già il principio della buona amministrazione (grande assente in questa come in tante altre vicende), ma per stabilizzare il sudiciume degli interessi particolari che, nella fattispecie, ha significato tenere buoni e allineati i parlamentari pidiellini di Catanzaro e Benevento.

E’ una vergogna. Una gigantesca vergogna. Pur in presenza di una sentenza favorevole che conferma nel capoluogo calabrese l’unica sede per il Mezzogiorno della Scuola di Magistratura, la classe politica catanzarese si è presentata al cospetto di Nitto Palma con il cappello in mano ed ha dovuto, evidentemente, abbassarsi le braghe per ragioni di partito. E’ inaccettabile. Né riteniamo addolcita la pillola per il sol fatto che Catanzaro deterrebbe la sede centrale dell’Istituto mentre quella sannita ne sarebbe una succursale. E’ un modo politichese per tentare di infinocchiare gli ingenui. La legge istitutiva della Scuola Superiore della Magistratura prevede un’unica sede al Sud e quella sede è Catanzaro. Benevento non c’entra nulla: è subentrata con un abuso di potere da parte dell’allora ministro Mastella. I parlamentari catanzaresi si sarebbero dovuti impuntare su questa motivazione anziché accettare un vile compromesso in favore di Benevento che, proprio per questo, gioisce per avere ottenuto qualcosa senza ragione e senza diritto.

Per Catanzaro e per la Calabria si tratta invece di una sconfitta, resa ancora più amara dal silenzio che registriamo in città, specie di quelle categorie – non solo della politica – che dovrebbero protestare pesantemente per l’ennesima menomazione che il capoluogo calabrese si appresta a subire. Poi leggeremo note di soddisfazione, di compiacimento per la missione romana; qualche faccia di bronzo dirà che il risultato è proficuo. Ma se davvero la Scuola sarà sdoppiata l’unica cosa che si potrà affermare è che si tratterà di una sconfitta per il nostro territorio causato dalla pochezza e subalternità della classe politica catanzarese che, in tale disputa, non ha saputo minimamente difendere e rappresentare il territorio. E’ triste dirlo. Ed è anche brusco dirlo. Ma non conosciamo altri modi per commentare ciò che sta accadendo".

***

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