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La LIPU soccorre e ricovera presso il suo Centro Recupero quattro animali

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"La LIPU – si legge nella nota diffusa alla stampa – è ancora protagonista nel salvataggio della fauna selvatica in difficoltà: negli ultimi venti giorni sono arrivati presso la sezione LIPU di Benevento quattro animali, di cui tre feriti.
Il primo ad arrivare è stato un airone cenerino (Ardea cinerea) trovato ferito da una cittadina residente a Torello di Melizzano e consegnato alla sezione LIPU di Benevento dagli agenti dei Comandi Stazione di Solopaca e Vitulano del Corpo Forestale dello Stato. Alcune ore dopo il grande uccello acquatico è stato trasportato da due volontari della sezione LIPU di Benevento al Centro Recupero Fauna Selvatica (CRFS) che la LIPU gestisce a Casacalenda, nel Sannio Molisano. Al momento del ricovero all’airone sono state riscontrate ferite alle zampe e dopo una visita accurata e la relativa diagnosi del veterinario del Centro, specializzato nella cura della fauna selvatica, si è capito che erano state prodotte da pallini sparati con un fucile da caccia. La responsabile del CRFS LIPU, Angela Damiano, ha annunciato però che l’airone cenerino guarirà in una ventina di giorni per poi essere liberato in un ambiente acquatico idoneo.

In seguito è giunta alla sede LIPU di Benevento una tartaruga terrestre (Testudo hermanni) ritrovata nel territorio comunale di Pontelandolfo da una cittadina e consegnata al Comando Stazione di Pontelandolfo del Corpo Forestale dello Stato. Il rettile è stato quindi dato in consegna ai volontari della sezione LIPU di Benevento che hanno provveduto a trasferirlo al CRFS LIPU a Casacalenda, dopo un consulto con la responsabile del Centro per verificare se l’animale faceva parte della fauna di quelle zone o era stato rilasciato da un privato cittadino. In effetti la tartaruga terrestre (da non confondere con quelle acquatiche provenienti dall’America o da altri continenti che vengono vendute nei negozi di animali) un tempo era una specie diffusa nell’areale appenninico, oggi però solo pochi gruppi ancora vivono liberi in natura. Molte di queste furono catturate e poi anche commercializzate, cosa che oggi non si può più fare visto che è un animale protetto dalla Convenzione di Washington. Conseguentemente capita che chi non le ha denunciate a suo tempo, quando la legge lo consentiva (fino al 1995), è un detentore illegale, per questa ragione c’è chi se ne disfa. La tartaruga che è arrivata da Pontelandolfo sicuramente è una di queste, vista la marcatura di smalto che aveva sul carapace, e per questa ragione verrà tenuta, dopo il letargo autunnale e invernale, in un apposito recinto dove si trovano piante che mangiano in natura per il necessario riadattamento, successivamente sarà liberata in posti dove ci sono ancora nuclei di questa specie.

Un paio di giorni dopo è giunto alla sede della LIPU una poiana (Buteo buteo), uccello rapace della famiglia degli Accipitridi, la stessa dell’aquila reale. L’animale è stato trovato ferito nel territorio comunale di Casalduni da un abitante del posto ed è stato consegnato alla LIPU di Benevento dagli agenti del Comando Stazione di Torrecuso del Corpo Forestale dello Stato. I volontari della sezione beneventana della LIPU hanno dato da mangiare alla poiana prima di trasferirla presso il CRFS LIPU a Casacalenda, dove le sono state riscontrate varie ferite tra cui anche una frattura ad una delle ali.

L’ultimo animale, in ordine di tempo, ad essere stato soccorso dalla LIPU è stato un gheppio (Falco tinnunculus), anch’esso un uccello rapace, ma di una famiglia diversa da quella della poiana, ossia quella dei Falconidi. L’animale, che una signora di Solopaca ha trovato ferito nei pressi della sua casa, è stato segnalato al Corpo Forestale dello Stato che si è appoggiato alla Polizia Provinciale di Benevento per farlo giungere alla LIPU a Benevento. Anche questo uccello rapace è stato prima alimentato dai volontari della LIPU e poi trasferito al Centro Recupero Fauna Selvatica della LIPU a Casacalenda. Qui appena viste le ferite alla zampa e all’ala si è capito che l’animale è stato vittima di elettrocuzione, ossia di una scossa di corrente elettrica che più che su fili elettrici è probabile sia avvenuto su un palo di raccordo della rete elettrica".

 

 

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