Sindacati
Carceri, il sovraffollamento di Capodimonte
Ascolta la lettura dell'articolo
Il tema del sovraffollamento delle carceri torna prepotentemente alla ribalta anche nella regione Campania. Ad affermarlo è il neo segretario nazionale del Lisiapp Luca Santin, che sottolinea, lo stesso guardasigilli che è il magistrato Nitto Palma ha dichiarato che occorre impegnarsi per depenalizzare i reati minori.
E’ difficile, oggi, anche per chi ha minore sensibilità sul tema, negare che il carcere, in Campania, come nel resto dell’Italia, stia attraversando una fase di grande emergenza. E’ difficile perché questo stato è stato ufficialmente proclamato dal Governo e perché i numeri, le storie e le testimonianze, raccontano di una situazione che va ben oltre il senso.
Dati alla mano, -esordisce Santin – al 31 giugno 2011, in Campania sono 8061 i detenuti reclusi su una capienza totale di 5593 di cui 352 donne e 979 stranieri. 4298 il totale degli imputati, 3341 condannati in via definitiva, 1899 tra condannati in primo e in secondo grado e 2399 quelli in attesa di primo giudizio. Ma, continua il Segretario nazionale Lisiapp , vediamo nel dettaglio alcuni dati che riguardano gli istituti penitenziari più importanti in Campania, provincia per provincia.
L’istituto di Bellizzi Irpino ospita 529 detenuti su una capienza di 407. Non va meglio per Benevento, dove, presso il Carcere di Capodimonte, attualmente ci sono 417 reclusi a fronte dei 277 ospitabili. Salgono di molto i numeri a Santa Maria Capua Vetere dove sono 921 i presenti su una capienza di 547.
Male anche per Poggioreale dove i detenuti ospitati sono 2763 ma dovrebbero essere solo 1679.
Infine, altro carcere campano che vive il fenomeno del sovraffollamento è quello di Secondigliano dove attualmente sono 1395 i detenuti che vi risiedono a fronte di una capienza pari a 988.
La preoccupazione per questo stato di cose, -rimarca Santin- ,si ripercuote sistematicamente sull’operato della polizia penitenziaria chiamata a svolgere un compito gravoso, fronteggiare l’emergenza carceri in prima linea. A ciò molti poliziotti sono oggetti di numerose aggressioni , l’ultima in ordine di tempo nella struttura di Carinola. In quest’ultimo caso, nell’istituti di Carinola oltre a vivere una situazione emergenziale alla pari degli altri istituti campani, l’aggressione all’appartenente della polizia penitenziaria è stata ad opera di un recluso ex art. 416bis dove ha violentemente scagliato un bastone sul viso del povero poliziotto.
La situazione di tensione che si sta determinando in molti istituti penitenziari del Paese, fatta di aggressioni a personale di Polizia Penitenziaria, risse e manifestazioni di protesta dei detenuti, tentati suicidi e suicidi nelle celle rischia di degenerare. Credo quindi conclude Santin che ci voglia l’impegno serio di tutte le istituzioni politiche e sociali, e non si possa perdere ulteriore tempo ma si debba prevedere interventi urgenti e non più procrastinabili nel sistema penitenziario italiano.