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La Rete Commons ed i diritti essenziali dei richiedenti asilo

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Ieri, presso l’auditorium comunale “Il Cilindro Nero” di San Giorgio del Sannio (Benevento) la “rete COMMONS – uniti per i beni e per i diritti comuni”, in collaborazione con il Centro Sociale Ex Canapificio di Caserta, ha organizzato un incontro con i richiedenti asilo ospitati in strutture di accoglienza della provincia di Benevento e Avellino (centro Padre Pio di San Giorgio del Sannio, Country House “Costa d’Arco Village” in contrada Cesine, Masseria Carbone, Roccabascerana) allo scopo di informarli sulle possibilità di ottenere il riconoscimento dello status di rifugiato, la protezione sussidiaria o la protezione umanitaria all’interno del nostro Paese.

“L’iniziativa- si legge nella nota duffusa alla stampa – ha avuto anche lo scopo di denunciare le condizioni critiche in cui vivono i richiedenti asilo sbarcati negli ultimi mesi a Lampedusa e inviati prima nei CIE e poi in diversi centri di accoglienza sul territorio nazionale. Il destino incerto di questi migranti è stato deciso dal piano di emergenza approntato da Maroni nel mese di aprile, con cui si stabiliva che i profughi provenienti dal Nord Africa, in fuga dai loro paesi di origine o dal conflitto libico, venissero ripartiti in diverse microstrutture interamente gestite dalla Protezione Civile. A differenza dei richiedenti asilo ospitati nei centri Sprar previsti dalla legge 189/2002, questi migranti vivono da mesi (per rimanerci per un periodo ancora indefinito) in piccolissime strutture in cui non è previsto nessuno strumento o attività volti a favorirne l’integrazione nella società italiana. Tutto ciò mentre la tragedia dei migranti assume dimensioni sempre più catastrofiche, come dimostra l’orrenda morte dei venticinque soffocati nella stiva del barcone che li portava a Lampedusa. mentre la condizione di incertezza, le lungaggini burocratiche e il sostanziale disinteresse di chi dovrebbe prendersene cura, innescano vere e proprie rivolte, come quelle scoppiate ieri a Bari e Crotone”.

Come gli attivisti della Rete Commons hanno potuto “verificare, le strutture si occupano della mera sopravvivenza materiale dei profughi e non hanno messo a loro disposizione consulenti legali, psicologi, mediatori culturali e linguistici o qualsiasi altra figura atta ad accogliere persone che nella stragrande maggioranza dei casi fuggono da conflitti etnici e guerre, di cui hanno pagato le conseguenze con persecuzioni e torture.

Con l’incontro di ieri – solo l’ultima di diverse iniziative attivate, tra cui i corsi di lingua italiana – la rete Commons ha scelto di informare i richiedenti asilo ospitati dal 18 maggio nel territorio sannita sulla loro situazione e sul loro destino, con l’aiuto di un legale esperto in materia di protezione internazionale e di due traduttori per le lingue veicolari – francese e inglese. Nel corso dell’assemblea si è stabilito di fissare un nuovo incontro alla fine di Agosto per fare il punto della situazione e iniziare il percorso di assistenza ai richiedenti asilo nella preparazione all’incontro con la Commissione Territoriale di Caserta che avrà l’incarico di analizzare i singoli casi degli asilanti.

Sul finire del dibattito due ragazzi che hanno già avviato il proprio iter per ottenere lo status di rifugiati (uno dei quali lo ha concluso con esito positivo) hanno preso parola e con l’aiuto di un traduttore hanno reso note le proprie esperienze ai ragazzi accorsi all’incontro.

La rete COMMONS, fiduciosa che non vi sia solo la via del mero assistenzialismo ma anche (e soprattutto) quella della salvaguardia dei diritti e dei beni comuni attraverso un capillare attivismo sedimentato sul territorio, è pronta a portare avanti con perseveranza ed impegno il lavoro concretizzatosi con l’incontro del 01 Agosto”.

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