Lettera aperta in difesa di Angelo Moretti

Non conosce soste la campagna che sta polemicamente mettendo di fronte due ‘cordate’ sul tema del Cesvob di Benevento. Stamani, e dopo la pronuncia del tribunale locale, l’attuale gestione del Centro ha tenuto nella sede del viale Mellusi una conferenza stampa (della quale diamo il riflesso video). Adesso il carteggio s’alimenta con la lettera aperta (ovviamente firmata) in difesa di Angelo Moretti diffusa alla stampa e che reca in calce 150 firme (delle quali viene richiesta la non pubblicazione). Ecco cosa è scritto:

“Sul comunicato stampa del 19 luglio scritto dal CESVOB si legge : … addolora la circostanza che chi si erge a difensore e moralizzatore del Volontariato sannita “umile, silenzioso e lontano dai riflettori” sia oggi impegnato anche in un contenzioso di natura eminentemente personale …  

Leviamole pure quelle virgolette, non ironizziamo su chi si è dedicato e si dedica da una vita ai più poveri. Chi si prende la licenza di giudicare la vita altrui non deve utilizzare mezzucci per infangare l’operato di chi dedica la maggior parte della sua vita al sociale, di chi ha scelto di fare della sua vita il servitore del “più povero dei poveri”.

Ha studiato, seguito master e scuole di progettazione sociale al fine di poter organizzare e sfruttare al meglio le risorse umane ed economiche per rendere la vita più agevole e dignitosa a coloro che non avevano alternative. Pensiamo In primis al Centro Sociale Polifunzionale per disabili “E’ più bello insieme”, nato dal volontariato vincenziano e cresciuto grazie alle competenze di Angelo Moretti, con l’aiuto degli operatori, che a loro volta hanno sposato una vita fatta di sacrifici, anche economici, ma per il bene di tanti ragazzi che hanno finalmente un’alternativa alle loro giornate piatte fatte di fisioterapia e solitudine. Grazie alla mentalità aperta, evolutiva di Angelo ci sono gruppi di ragazzi diversamente abili che vivono la quotidianità come tutte le persone “abili”. Passeggiano e organizzano le loro uscite in pizzeria, cinema, tra amici e non al seguito dei loro genitori. Alcuni di loro hanno potuto essere inseriti nel mondo del lavoro. Ragazzi che si sono innamorati, hanno realizzato il sogno di stare insieme e hanno imparato a manifestare il loro amore senza vergognarsene. Altri accompagnati da Angelo come unico operatore, sono volati per la prima volta all’estero a Parigi, nonostante le carrozzine e le barriere architettoniche che anche una grande capitale europea ha. Solo la scorsa estate un altro gruppo ha vissuto l’esperienza di una crociera nel Mediterraneo.

Queste sono solo le ultime esperienze che non avrebbero avuto luogo se Angelo non avesse osato. Se non ci avesse creduto. Entusiasmandosi in prima persone e coinvolgendo e muovendo tante coscienze. Come la mia.

Parliamo poi di attività nuove, innovative, La Fattoria Sociale “Orto di casa Betania”, la prima struttura a Benevento di una coltivazione biologica portata avanti anche dalla collaborazione di ragazzi diversamente abili. L’orto è il frutto di studi e progetti vinti grazie alle competenze di Angelo. E il terreno è un generoso gesto fatto dalle Figlie della Carità che hanno letto in Angelo la persona capace di sviluppare nel sociale i beni che sarebbero andati a marcire. Sopra l’orto c’è un appartamento sempre di proprietà delle figlie della Carità. E’ stato dato a lui in comodato gratuito perché lo trasformasse in un luogo che ha accolto e accoglie persone sole, in difficoltà, parenti di detenuti, persone smarrite avvalendosi dell’aiuto di una famiglia che a loro volta dedica la loro vita ai più poveri. Questo appartamento è stato a suo  tempo ristrutturato grazie ai fondi raccolti dalla lista nozze devoluta interamente a quel fine fatta da Angelo  e dalla moglie.

Non è abitudine di Angelo elencare ciò che è stato fatto fino ad oggi, e ciò che si legge non è neanche il 10% di tanti cambiamenti avvenuti a Benevento. E’ proprio vero, è una persona umile silenziosa e lontana dai riflettori, senza virgolette. Ad Angelo non piace raccontare ciò che ha fatto.
Ma oggi è necessario e doveroso, perché non è onesto attaccare e infangare l’operato di una persona . Una volta ha scritto: ”Posso parlare di me solo attraverso le persone che ho incontrato. Perche chi sono oggi lo devo a loro”. Io direi che tante persone che conosco, me in primis, sono migliori grazie al suo esempio, al suo entusiasmo e alla sua dedizione al lavoro che poi è un tutt’uno con il suo essere.
Infangarlo e accusarlo di strumentalizzare questa “ battaglia “ per tornaconto personale è ignobile. Ha assunto il compito di direttore al Cesvob a suo tempo vincendo un concorso. Chi non combatterebbe per i propri diritti?
Tanto era giusto divulgare perché la dignità e l’operato di un uomo non vengano calpestati dalle calunnie di chi non lo conosce realmente.
La parola ai fatti”.