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Valle Telesina

“Sì fatt’à Pezzà d’Santo’Antonij”

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"C’è un’usanza non molto antica a Cerreto Sannita (Benevento) con la quale l’amministrazione comunale, in prossimità della festa del santo patrono, si preoccupa di rattoppare le buche delle strade del paese forse per non far inciampare i fedeli che seguiranno la processione nel giorno del 13 di giugno, giorno dedicato a Sant’Antonio.
Per questo motivo, nel tempo, – scrive in una nota Giuseppe Fappiano, dell’associazione politico-culturale ‘Da sempre per Cerreto’ – i cerretesi hanno forgiato il detto “L Pezz d’Sant’Anonij” che è entrato di diritto tra i detti
del paese. Ed allora, quando si vuole definire un lavoro o un intervento è fatto in modo precario, approssimativo e poco durevole viene detto “Sì fatt’à Pezzà d’Santo’Antonij”.
Le amministrazioni comunali succedutesi negli anni hanno sempre onorato questo detto operando sempre in modo
precario, approssimativo rattoppando un po’ qua e là le “buche” sulle strade del paese.
Infatti se si percorrono le “vie plebee” di Cerreto e cioè Via Mazzarella, Via Massarelli, Via Michele Ungaro ecc… fatta eccezione per la via “Consiliare” di Corso Umberto I, di “Pezz d’Sant’antonij” se ne trovano a centinaia a conferma della filosofia dell’effimero e dell’apparire delle amministrazioni comunali che curano molto di più “la” strada su cui affacciano le chiese ed i palazzi importanti di Cerreto mentre le altre sono lasciate al proprio destino ed alle bestemmie dei cittadini che spesso e volentieri inciampano o rompono le macchine (costringendo in comune a risarcire i danni subiti utilizzando i soldi di tutti noi cittadini). Ma v’è di più. Spesso le tubature dell’acqua scoppiano e per giorni l’acqua si riversa copiosa per le strade fino a quando si decide di intervenire rattoppando alla bene e meglio il guasto evidente per poi vedere, qualche giorno dopo, un altro rivolo di acqua “sgorgare” più a monte o più a valle della riparazione precedente per ricominciando tutto daccapo.
Invece di risanare tutta la tubatura si preferisce operare in modo approssimativo con una “Pezza d’ Sant’Antonij” anzicchè sostituire definitivamente tutto il tubo, da pozzetta a pozzetta e, così facendo, essere certi che quel tubo, oramai vecchio non si romperà; “Chi sparagna scpreca!”
E, restando fedeli a questa filosofia, l’amministrazione comunale per riparare ad un danno da me segnalato nelle settimane scorse su via Mazzarella relativamente ai lavori finanziati con il PIT Matese, per non smentirsi e rimanere fedele ai metodi consueti dell’amministrazione comunale, è intervenuta attraverso una nuova “Pezza d’Sant’Antonij”
Avevo denunciato lo sfondamento di alcuni tombini e del selciato e la nuova (o meglio, seminuova o semiusata che dir si voglia) amministrazione comunale guidata dal dott. Pasquale Santagata si è “prodigata” a far intervenire sul posto una ditta per risanare il danno derivante da una cattiva progettazione ed esecuzione dei lavori ed in palese contrasto con il progetto finanziato.
Mi sarei aspettato, in nome della tanto decantata “Libertà è partecipazione”, che la mia denuncia fosse ripresa in toto e che tutti gli aspetti da me segnalati fossero stati vagliati e studiati attraverso un sopralluogo preciso e puntuale e studiare razionalmente gli interventi da effettuare. Ed invece ho assistito all’ulteriore rattoppo con una “Pezza d’Sant’Antonij” da parte dell’amministrazione Santagata, fedele alla filosofia amministrativa naturale prosecutore dei suoi predecessori anche se si è autoproclamato “nuova speranza di democrazia partecipativa” di questo paese.
La realtà è che tra qualche mese ci ritroveremo nelle stesse identiche condizioni di prima.
Non si è tenuto conto dei tombini che gli abitanti di via Mazzarella, per poter riposare la notte, sono stati costretti a
insonorizzare con camere d’aria di macchine per attutire i rumori prodotti dal passaggio degli automezzi; non si è tenuto conto che lì dove si è intervenuti con le “pezze” non era semplicemente un fatto estetico ma un problema strutturale in quanto lo spessore del cemento è esiguo rispetto ai pesi che tombini e selciato devono sopportare quotidianamente; non si è tenuto conto delle altre mie segnalazioni di mancato completamento dei lavori a fronte di un finanziamento che era stato totalmente erogato.
E mi devono anche spiegare i progettisti per quale “strano ed incomprensibile” motivo è stato deciso l’abbassamento di 20 centimetri della quota della strada. Ed allora ripropongo adesso e, ciclicamente fino a quando non avrò una risposta certa, dove sono stati utilizzati i fondi peril mancato completamento dei lavori che riporto e che furono oggetto anche di una mia interrogazione consiliare il 21
giugno 2009:
· risistemazione e pavimentazione Vico Santa Chiara
· messa in quota, ricostruzione e risanamento Vico Gruri
· messa in quota, ricostruzione e risanamento Vico Gelsomino
· n° 8 rampe di accesso ai marciapiedi per abbattimento barriere architettoniche
ed aggiungo
· pavimentazione marciapiede laterale adiacente il muro del Convento delle Clarisse
· motivo per cui il livello stradale è stato abbassato di 20 centimetri
Resto in attesa delle risposte"

 

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