POLITICA
‘Nessun arruolamento nel patriottismo festante’

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“Un profondo disagio di fronte a questa improvvisa e grottesca riscoperta di inno e di bandiera e proviamo, molto in breve, a chiarire perchè”: così scrive, a commento del 17 marzo, la Coordinatrice del Comitato Cittadini per la Trasparenza e la Democrazia Rosanna Carpentieri, la cui riflessione pubblichiamo di seguito.
“Viviamo un momento di acutissima crisi economica e sociale che sta comportando chiusura e dislocazione di fabbriche al nord ed ulteriore collasso economico al sud. Disoccupazione, sottocupazione , lavoro nero, approfondimento delle disuguaglianze sociali e territoriali dilagano. Sono a rischio i già precari presidi di welfare, scolarizzazione, salute, pensioni….
A fronte di questo, in totale mancanza di un programma di rilancio dell’economia e del lavoro , si assiste invece alla persistenza di livelli di sprechi, previlegi di casta, di clientele e di corporazioni , di evasione, malaffare e criminalità organizzata particolarmente acuti.
Bene: su questo palese sfacelo viene a calarsi dall’alto l’operazione 150 anni. Il tutto – senza alcun riferimento alla situazione drammatica che stiamo vivendo, all’individuazione di responsabilità e cecità politiche, economiche e culturali – viene ad essere riportato, con vuoto simbolismo, alla Patria. Ma i simboli privi di contenuto sono sempre regressivi! Se dovessimo accontentarci di questi,come popolo siamo messi proprio male.
Ci si rifugia nel vuoto dei gusci per sfuggire all’angoscia della mancanza delle risposte e delle proposte. Può essere consolatorio per tanti ma rischia solo di farci fare un ulteriore passo avanti verso il vuoto di progettualità che condanna all’inappartenenza e alla mancanza di futuro le nostre comunità , locali e nazionale.
Quanto all’incapacità sbalorditiva dell’intera dirigenza politica, molto più che sulla scelta delle date, la cui ingiustificabile ignoranza accomuna politici di destra e di sinistra, dovremmo vagliarla sui programmi. Ma ci si limita alle chiacchiere estemporanee con risuonar di trombe ed apposizioni di coccarde e bandiere in uno stato che non sbagliamo a definire "demenziale-criminale".
Per partire e soprattutto arrivare "da qualche parte" (ed è obbligato il riferimento alla ripresa economica) è da tempo che si sarebbe dovuta indicare una strada dicendo su quali settori puntare, con quali risorse, con quali tagli. E invece, tutti muti su tutta la linea. Allora, coprire questa assoluta mancanza di prospettive con chiacchiere generiche e retoriche non fa altro che portare acqua al mulino di chi macina soldi sullo sfacelo economico e sociale del paese.
Come Comitato civico ci rifiutiamo di arruolarci come tanti nel patriottismo festante intorno ai tromboni istituzionali per ridar fiato al niente. Riteniamo che occorra ben altro, altrimenti c’è solo il vuoto retorico a copertura degli affaracci sporchi dei soliti "campioni nazionali".