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Cambia la toponomastica, a Benevento: per una notte

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Due associazioni culturali di Benevento durante la scorsa notte hanno cambiato nome alle vie principali della città "per riappropriarsi – dicono in un documento – dal basso della toponomastica cittadina, per ricordare i meridionali colpiti, tra morti in battaglia, fucilati, feriti gravemente o inviati all’ ergastolo nelle prigioni piemontesi".

Le targhe di Piazza Risorgimento, Corso Garibaldi e Viale Mellusi (intitolato al mazziniano Antonio Mellusi, ndr) sono state coperte con i i nomi del capo brigante lucano Carmine Crocco e della brigantessa Michelina De Cesare. "Con l’ unificazione – affermano le due associazioni ‘Asilo 31’ e ‘Brigate di solidarieta’ attivà – si festeggia l’unita d’Italia, il Meridione veniva condannato a 150 anni di subalternità. Una parte di Italia, in pieno sviluppo, fu condannata a regredire e depredata dall’ altra. La questione meridionale nasce nel 1861 e dura tuttora perché è il motore dell’economia del Nord".

"Il sud è stato privato delle sue istituzioni, delle sue industrie, delle sue ricchezze, della capacità di reagire, della sua gente con una emigrazione indotta. Fu privato della consapevolezza di sé, della memoria. "Abbiamo cambiato la toponomastica – continuano le due associazioni – a strade e piazze che sono il simbolo dell’ avvio di quel processo di colonizzazione avviato proprio con l’ Unità d’ Italia. I nomi di Garibaldi, Mellusi, Piazza Risorgimento, hanno lasciato il posto ai nomi di veri eroi meridionali come Michela De Cesare e Carmine Crocco, briganti che difesero la loro terra, ed i martiri di Pontelandolfo. Riesce difficile capire che cosa ci sia che meriti d’ essere festeggiato nell’Unità d’ Italia se si ricorda che a Pontelandolfo, i liberatori dell’ esercito italiano diedero alle fiamme l’ antico borgo in cui morirono centinaia di persone, tra cui vecchi, donne e bambini. Giova rammentare che la strage di Pontelandolfo é solo l’ inizio e non resterà l’ unica. Una lunga sequela di indiscriminate punizioni collettive, gestite dai militari al di fuori di ogni prassi giudiziaria, cadenzerà per quasi un decennio la guerra per espugnare, ad una ad una, le citta¿ rurali del Meridione continentale". Sull’ accaduto, intanto, indaga la Digos di Benevento.  

 

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