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Calcio

Chiusa l’andata, il bilancio del Real Five

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Chiuso il girone di andata del torneo di calcio a cinque di serie D, una disamina, parziale, ovviamente, del campionato può essere affrontata. Con la formula delle dieci-domande-dicei al mister del Real Five Pontelandolfo, Gennaro De Michele.
Il girone di andata si è appena chiuso; qual è il tuo bilancio, di questa prima parte di stagione?
Penso che siano i numeri a poter parlare più di me; abbiamo pareggiato solo due partite, siamo primi in campionato, abbiamo raggiunto la semifinale di Coppa Campania: è comunque un segno che il bilancio è più che positivo. C’ è stata un inversione di tendenza rispetto agli altri anni, soprattutto a livello di mentalità, cosa notata soprattutto nelle partite di Coppa, dove si va a giocare in paesi più lontani quasi con timore reverenziale, ed invece nelle due trasferte fatte ho visto la squadra pronta sotto quest’ aspetto.

In questo preciso momento del campionato, la squadra come la vedi?
La vedo molto carica. Le partite giocate possono testimoniare, che io conto su tutti, ovviamente in base alle caratteristiche. Io non sono deputato a vedere chi ha fatto tre o quattro goal, queste sono chiacchiere che lasciano il tempo che trovano, a me interessano i meccanismi della squadra, e che tutti diano il massimo, come sta avvenendo.

Ovviamente ogni campionato nasce con delle aspettative e dei propositi. Il campionato di quest’anno sta rispettando le vostre previsioni?
Assolutamente. Eravamo partiti per fare un campionato diverso dall’ anno scorso, un campionato importante, per dimostrare che la nostra squadra potesse giocarsela con tutti. Cercavamo un nuovo slancio, una sorta di inversione, rispetto soprattutto alla prima parte del campionato passato.

Il campionato scorso, con i suoi alti e bassi, ha comunque portato ad un obbiettivo importante, i play-off. Ma rispetto all’andamento altalenante dell’anno passato, qual è stato il passo in avanti, che ha permesso il salto di qualità?
Una parte di questo salto è iniziato l’ anno scorso, quando ad un certo punto si ci è guardati in faccia, e ci si è resi conto che si poteva fare di più; il girone di ritorno è testimone di ciò. Per cui è stato questo il vero trampolino di lancio. Poi ovviamente, gli arrivi e le scelte mirate a livello di mercato, nel senso di riempire ogni ruolo, soprattutto a livello di caratteristiche, hanno completato e perfezionato l’ opera.

L’ ottimo campionato di questa squadra, ha sicuramente qualche segreto. Quali sapresti individuare?
Il primo è sicuramente nello spogliatoio, il secondo nell società e nel presidente.

Ovviamente, la perfezione è difficile da raggiungere. Quali sono i difetti, seppur minimi, di questa squadra
La poca cattiveria sotto porta, in rapporto al numero di occasioni create, sicuramente è il più vistoso. Quello che si nota meno è, a volte, la poca efficacia in fase difensiva, intesa come voler essere sempe eleganti ed ordinati anche nelle situazioni più complicate, quando invece si dovrebbe essere solamente più efficaci. Se giocatori come Baresi e Scirea hanno rilanciato palloni in tribuna, non vedo perché non possiamo farlo noi. Inoltre la tenuta nervosa, l’ eccessivo nervosismo, che può essere risolto solo con la consapevolezza di essere una grande squadra.

Alla luce della classifica, per il proseguo della stagione, le aspettative restano le stesse, o c’ è qualche ambizione in più?
No, rimangono le stesse. Il girone di ritorno vede lo scontro diretto, come molti lo definiscono, alla prima giornata, che per me non è altro che una sfida come le altre, per il semplice fatto che mancano troppe partite, molte squadre si sono rinforzate, altre sono a ridosso delle prime posizioni, altre non stanno rispettando le aspettative, per cui è un campionato strano. La parola d’ ordine comunque è rimanere con i piedi a terra.

Questo testa a testa con il Real Star, durerà fino alla fine?
Allora il Real Star è una squadra con degli elementi importanti, con un grande allenatore, ma nonostante questo ci sono diverse squadre, mine vaganti, che sono vicine alla zona play-off difficili da affrontare soprattutto in trasferta. Per cui penso che il campionato non sia solo una sfida a due.

L’ anno scorso si alternavano prestazioni in casa davvero eccellenti con altre in trasferta, meno brillanti. Perché in questo campionato non si sta verificando questo andamento?
Il motivo fondamentale è l’ approccio che deriva anche dalla consapevolezza che abbiamo di avere dei mezzi migliori. A questo hanno contribuito anche la venuta di persone che hanno frequentato altri spogliatoi, e con altre esperienze importanti alle spalle.

Com’è il tuo rapporto con la squadra e la società?
Io credo di avere una sorta di “problema”. Molti dei miei giocatori li conosco troppo bene, sia dal punto di vista calcistico sia dal punto di vista umano. La cosa che mi preme sottolineare è che io non ho alcuna forma di preclusione nei confronti di nessuno, so che tutti sono fondamentali alla causa comune e se faccio delle scelte sono solo in base alle caratteristiche. Quindi il rapporto lo ritengo ottimo. Io cerco sempre di spiegare e di motivare le mie scelte, anche se non sono tenuto a farlo, perché penso che il dialogo sia ciò che paghi.
Con la società il rapporto è altrettanto buono. Io due anni fa feci una scelta, quella di uscire dalla società, perché mi ritrovavo nel duplice ruolo di controllore e controllato, mentre ritengo che la società debba sentirsi libera di fare le sue scelte. Sapevo che era una scelta rischiosa, ma anche corretta, e penso anche che stia dando i suoi frutti.

Infine, un voto al campionato fino ad ora disputato
Otto. La perfezione la si può raggiungere solo a risultato ultimato. Il gap tra l’ otto e il dieci deve essere colmato solo in questa parte finale di stagione.
 

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