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Comune di Benevento

Benevento è il nono comune d’Italia per l’indebitamento

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E’ Torino il Comune capoluogo più indebitato d’Italia: il risultato emerge da un’analisi condotta dall’Ufficio studi della CGIA di Mestre che ha calcolato l’incidenza percentuale del debito sulle entrate correnti (la somma delle entrate tributarie, dei trasferimenti e delle entrate extratributarie), dei 118 Comuni capoluogo di provincia presenti nel nostro Paese. Ebbene, con l’analisi di questo primo parametro di riferimento, si è cercato di capire quanto incidono le passività, accumulate da un Comune, sul totale delle proprie entrate. Al primo posto di questa speciale graduatoria troviamo Torino, al nono Benevento, con una incidenza del 164,4%. Che è ovviamente la percentuale più alta in Regione Campania, con Caserta al 156,4%, Avellino al 137,6%, Napoli al 104,8% e Salerno al 93,2%.

 

Il secondo indicatore preso in esame dagli artigiani mestrini è stato quello più semplice da calcolare: il debito pro-capite. Anche in questo caso, è sempre il Comune di Torino a svettare nella classifica nazionale: su ogni torinese grava un debito di 3.419 euro. I beneventani, anche in questo caso, sono nella top ten nazionale (nono posto, appunto), con 1578 euro.

 

“Con questo rapporto – ha dichiarato il segretario della CGIA di Mestre Giuseppe Bortolussi – non vogliamo dare nessun giudizio di merito sull’operato dei Sindaci”, perché dall’analisi di queste cifre emerge un dato politico molto chiaro: “Negli ultimi 15 anni ai Comuni sono stati progressivamente tagliati i trasferimenti dallo Stato centrale che, solo in parte, sono stati compensati dalle compartecipazioni ai tributi erariali. Nel frattempo, però, sono aumentate le funzioni e le competenze in capo ai Sindaci, con il risultato che questi ultimi hanno dovuto, per mantenere la qualità e la quantità di questi servizi offerti ai cittadini, od indebitarsi od aumentare le tasse e le tariffe locali. Ora, con il federalismo municipale, questo circolo vizioso va interrotto. Altrimenti, c’è il rischio – almeno nella prima fase di applicazione che consentirà lo sblocco delle addizionali comunali Irpef, l’applicazione della tassa di soggiorno o delle tasse di scopo – che i Sindaci diventino dei nuovi gabellieri per conto dello Stato centrale. Insomma, bisogna scongiurare l’ipotesi che una cattiva riforma costringa i cittadini a pagare più tasse”.

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