Valle Telesina
De Angelis: ignorata la scuola di San Lupo

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La cerimonia di conferimento della cittadinanza onoraria a Flavia Colesanti, organizzata dal comune di Guardia Sanframondi, è stata salutata con ovvia soddisfazione anche dal primo cittadino di san Lupo, Irma De Angelis, che non ha però fatto mancare anche un suo contributo, diffuso agli organi di informazione, per evidenziare come comunque sia maturata qualche mancanza.
"Nella suggestiva cornice della chiesa chiusa al culto Ave Gratia Plena, situata in uno scorcio di "Guardia Sanframondi antica", giovedì 30 dicembre è stata conferita la cittadinanza onoraria a Flavia Colesanti, direttrice didattica del Circolo di Guardia Sanframondi dal 1963 al 1982. L’iniziativa, di grande spessore umano e culturale, è stata promossa e curata dal comitato organizzatore all’uopo costituito e composto da eminenti rappresentanti del mondo delle associazioni guardiesi.
Encomiabile l’idea, di forte impatto emotivo la cerimonia.
Nell’evento si è consumato, tuttavia, un palese processo di "sottrazione": la scuola di San Lupo non c’era, cancellata dall’animo e dalle parole del comitato promotore.
Un pezzo imprescindibile del nostro passato e del nostro presente semplicemente rimosso.
Eppure è innegabile la contaminazione (termine abusato, ma quantomai efficace nel nostro caso) fra le schiere di alcuni guardiesi e sanlupesi.
La crescita delle nostre due comunità, la coscienza critica, il rispetto della persona, la maturità psicologica, insomma in una parola sola, "l’individuo" che la scuola ha consegnato alla società, è il frutto della passione, dell’impegno, del sacrificio, dell’attenzione e della preoccupazione anche di un manipolo di insegnanti di San Lupo.
Siamo sempre più consapevoli dell’inferiorità numerica, anche come corpo docente.
L’altra sera però non si celebrava la rilevanza numerica, bensì un personaggio illustre insieme alla sua passione e alla sua dedizione proprio per l’individuo.
Non ho compreso se la circostanza di ignorare la scuola di S. Lupo, allievi e maestri, sia da imputare a sciatteria organizzativa o più semplicemente alla volontà di dimenticare, da parte di coloro che si ergono a cultori e custodi delle piccole, grandi storie sannite.
In questa "censura" c’è il rammarico mio e dell’intera comunità di San Lupo, ma ci sono anche lo sbigottimento e l’amara constatazione nell’alunna e nella figlia dei maestri di San Lupo, maestri che non hanno meritato neppure una menzione.
Per loro solo il nulla, l’oblio. Rimangono intatti il privilegio e l’onore di aver incontrato, dopo anni, una grande persona che, sia pure indirettamente, ha contribuito alla "costruzione" della mia persona.
Inviterei però gli amici mecenati guardiesi a riflettere sull’atteggiamento di basso profilo pedagogico, che soprattutto in circostanze come queste, consegnano alle generazioni future".