POLITICA
Riordino, Patroni Griffi: “Tagliate almeno 44 province”. “Sì ai nuovi nomi, non necessariamente come quelli dei capoluoghi”
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Silenzio in aula: sul riordino delle province parola al ministro Filippo Patroni Griffi. Il responsabile del dicastero della Pubblica Amministrazione e della Semplificazione è intervenuto sull’argomento attraverso il web mediante un collegamento in diretta dalla tv di Montecitorio, presso la Commissione Affari Costituzionali.
Una videoconferenza, quindi, per parlare del futuro, ormai prossimo, degli enti provinciali e dell’attuazione delle disposizioni di legge, recentemente approvate, recanti misure di semplificazione amministrativa. Un’audizione iniziata alle 14 e terminata alle 16 della quale vi proponiamo i passaggi salienti.
“Il riordino delle Province previsto dalla spending review approvata a luglio, porterà al taglio di 34 di questi Enti, più altre 10 nelle Regioni a Statuto speciale, alle quali vanno aggiunte le 10 che diverranno Città metropolitane. I nomi delle nuove Province possono cambiare e chiamarsi non necessariamente con il nome del capoluogo”.
“Il Governo – ha aggiunto il ministro – è orientato a presentare un disegno di legge costituzionale che intervenga sulle competenze e sui controlli delle Regioni. Se non dovesse essere approvato entro la legislatura, sarebbe il punto di partenza nella prossima.
Il Governo – ha proseguito – sta riflettendo se un ddl costituzionale potrebbe essere approvato in tempo utile per la fine della legislatura. Ma è orientato a presentarlo comunque, perché partendo da esso nella prossima legislatura si possa riflettere sull’ autonomia Regionale”.
Il riordino delle Province – ha concluso Patroni Griffi – è un tassello di un ridisegno più ampio. Le funzioni amministrative “trovano la naturale allocazione nei comuni”, ma viste le piccole dimensioni dei Comun stessi (“la metà è sotto i 5000 abitanti”) “é difficile allocare l’amministrazione”.
D’altra parte “indipendentemente dal dimensionamento delle Regioni” ha spiegato il ministro, “é difficile che la funzione amministrativa coincida con le Regioni”. Insomma, ha detto ancora Patroni Griffi, “occorre guardare avanti e ripensare all’amministrazione periferica dello Stato, anche oltre la legislatura.
E’ un disegno importante che potrà essere completato dal nuovo Parlamento. Ma non avviarlo in questa legislatura significherebbe non avere il coraggio del cambiamento e cedere alle resistenze”.
Rispondendo ad una domanda di un deputato su eventuale deroghe ai criteri di popolazione e territorio per formare le nuove province, il ministro ha detto che “pensare a deroghe significa fermare il processo”.
Un deputato di Piacenza, Tommaso Foti, ha sollevato il problema delle Province che si dovranno accorpare e che sono azioniste di public company o multi-utility in concorrenza tra loro. “La legge – ha detto Patroni Griffi – conterrà norme finanziarie e patrimoniali”.
Infine a chi gli proponeva la soluzione di Barletta-Andria-Trani per risolvere il problema del capoluogo, il ministro ha replicato: “non sono sicuro che sia un buon modello: avremmo meno province ma altrettanti capoluoghi e
prefetture delle attuali”.