POLITICA
A Caserta confronto sul riordino delle Province

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“Con il riordino delle Province bisogna evitare che emergano equivoci in un momento in cui c’è forte fibrillazione tra le comunità locali. Per questo ho convocato già per l’otto agosto prossimo la conferenza permanente Regione- autonomie locali. Il riordino sarà comunque un occasione per attuare quel decentramento che la Campania da anni non attua, a differenza di altre Regioni”. E’ quanto ha dichiarato l’assessore regionale agli Affari generali, alla gestione e alla formazione del personale e ai rapporti con gli Enti locali Pasquale Sommese intervenuto questa mattina a Caserta all’iniziativa organizzata dal presidente della Provincia Domenico Zinzi.
Una conferenza sul tema del riordino arrivata a 24 ore dall’avvio alla Camera dei Deputati dell’ esame del provvedimento sulle speding review (Decreto legge 95 del 6 luglio 2012, ndr), che lo stesso Sommese giudica a forte rischio di costituzionalità visto “l’utilizzo della decretazione d’urgenza in una disciplina che per sua natura non può essere trattata con provvedimenti provvisori”, e il “diretto intervento statale di riordino territoriale del tutto slegato dal riconoscimento e dalla garanzia delle identità territoriali delle comunità interessate”. Al momento un piano concreto di riordino sembrerebbe ancora non esserci, anche se il presidente Zinzi lascia intravedere un punto su cui ci sarà discussione con la provincia di Benevento, a forte rischio soppressione non rientrando nei parametri governativi (almeno 350mila abitanti e una superficie uguale o maggiore a 2500 km quadrati, ndr).
“Il riordino – dice – sarà anche l’occasione per chiarire finalmente delle incomprensioni provenienti dal passato, in particolare il confine con la provincia di Benevento, che tocca anche una parte del Comune di Caserta”. Sul nodo del personale, ovvero sul rischio che molti dipendenti degli enti soppressi o accorpati possano essere trasferiti in Regione, Sommese afferma che “verrà sciolto solo dopo la ripartizione delle competenze tra Regione, Province e Comuni. Il nostro orientamento comunque è di ridare alla Regione quella principale funzione di programmazione che si è persa negli anni; ciò vuol dire che dovremo delegare molte attività agli enti più vicini al cittadino, ovvero decentrare il più possibile. Ciò si rifletterà anche sul personale. In Regione già stiamo lavorando per ridurlo e con ottimi risultati”.