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POLITICA

Manovre di salvataggio delle Province, la doccia gelata del Ministero:”Stop a compravendita di Comuni”

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Inutili le trattative in corso tra centri di frontiera, avverte il ministero della Funzione pubblica. Vale la “fotografia” del 20 luglio Lo leggo dopo E’ inutile la “compravendita” di comuni di confine da parte delle province per salvarsi dalla cancellazione prevista dalla spending review. Lo precisa il Dipartimento delle Riforme Istituzionali della Funzione pubblica spiegando che ai fini del riordino vale la “fotografia” individuata dal Consiglio dei ministri del 20 luglio scorso. A nulla valgono le trattative in corso al fine di ampliare superficie o popolazione. A essere decisivi, saranno i criteri già noti, ma riferiti alla situazione fotografata il 20 luglio: dimensione territoriale non inferiore ai 2500 chilometri quadrati e popolazione residente non inferiore a 350 mila abitanti.

“I Cal (consigli autonomie locali) e le Regioni – si legge nella nota – , possono senz’altro dare seguito ad eventuali iniziative comunali già formalizzate alla data del 24 luglio 2012 volte a modificare le circoscrizioni provinciali. Tuttavia, resta fermo che tali iniziative non hanno l’effetto di far ottenere nè perdere alle suddette province i requisiti minimi di dimensione territoriale e demografica prescritti dalla suddetta deliberazione”. Stop preventivo dunque ai tentativi di salvarsi dalla scure della spending review, con diverse strategie in campo, lungo tutta la penisola. Da Treviso in trattativa con Venezia, a Terni che bussa alle porte di Perugia.

Non mancano ipotesi più originali, come la costituzione dell’Etruria, ipotetica macro area del nord del Lazio che ingloberebbe anche aree confinanti di Toscana, Umbria e Roma nord (inclusa Civitavecchia), in cui il capoluogo sarebbe Viterbo. O i complicati intrecci campani, coinvolte anche Napoli, Caserta e Avellino, a beneficio di Benevento. Infine Trapani che offre a un assessorato a un menfitano per includerne il comune. Sulle attuali 110, sono soltanto 43 le province a soddisfare i criteri fissati dal governo per la loro sopravvivenza.

(Fonte: Repubblica online)

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