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Rete Commons. Il primo marzo, una giornata contro il razzismo

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Il primo marzo 2012, per il terzo anno consecutivo, in tutta Italia i migranti scenderanno in piazza per difendere i loro diritti. “Dopo le positive esperienze del 2010 (circa 300.000 persone parteciparono alle manifestazioni in 60 città diverse) e del 2011 (oltre150.000 persone in 52 città), il primo marzo sta diventando una sorta di ‘primo maggio’ degli stranieri. È una giornata – scrive in una nota la Rete Commons-Uniti per i Beni Comuni, di Benevento – in cui nelle principali città italiane si tengono dimostrazioni per ricordare al governo e all’opinione pubblica che l’immigrazione è componente vitale della società e dell’economia italiana e che non è accettabile che i migranti vengano privati, come accade, dei diritti più elementari e che siano costretti a vivere in un clima di razzismo diffuso e sostenuto dalle istituzioni”.

“Si immagini cosa sarebbe la società italiana senza tutti i prodotti agricoli (pomodori, olive, arance, uva, fragole, ecc.) raccolti dai migranti per una paga irrisoria; senza le donne dell’Europa orientale che si prendono cura degli anziani; senza la manodopera straniera nel settore delle costruzioni; senza la consistente percentuale del PIL (oltre l’11% secondo l’ISTAT) prodotta dagli immigrati (che sono solo il 7,5% della popolazione); senza gli 11 miliardi di euro versati annualmente dai migranti nelle casse dello Stato sotto forma di contributi previdenziali.
Ciò nonostante la legge non garantisce loro alcun diritto; i media ne parlano solo come problema di sicurezza o come «minaccia alla nostra identità culturale»; autorevoli esponenti della classe politica, ai quali nessuno ha mai misurato il quoziente d’intelligenza, li definiscono pubblicamente delinquenti, terroristi o usurpatori; le loro condizioni di vita, soprattutto quelle degli irregolari, sono al di sotto di qualsiasi standard umano; non hanno diritto, se non i rari casi, ad avere asilo sul nostro territorio quando scappano da una guerra; i bambini nati in Italia da genitori stranieri, a differenza di quanto accade nella maggior parte dei paesi europei, non hanno la cittadinanza italiana; i migranti, anche se lavorano e pagano le tasse in Italia, non hanno diritto al voto, in spregio al principio del suffragio universale; alcuni di loro finiscono per mesi e mesi nei CIE (centri di identificazione ed espulsione), una sorta di campi di concentramento nei quali sono rinchiusi senza aver commesso alcun reato, se non quello di esistere; quando capita, come è accaduto di recente a Rosarno, a Castel Volturno, a Firenze e a Torino, si spara contro di loro e si organizzano pogrom per massacrarli”.

“Per fermare questa politica razzista e ottusa il primo marzo i migranti scenderanno in piazza in numerose città italiane. Le richieste , compendiate nello slogan «contro il razzismo istituzionale e la precarietà», sono le seguenti:
Abrogazione della legge Bossi-Fini e annullamento dell’obbligo di contratto di lavoro per il permesso di soggiorno;
Regolarizzazione di chi non ha un permesso di soggiorno;
Chiusura di tutti i CIE in Italia e in Europa;
Cittadinanza ai bambini nati in Italia da genitori stranieri;
Emanazione di una legge organica sul diritto di asilo e concessione della protezione umanitaria a tutti i profughi provenienti della Libia;
Abolizione del permesso di soggiorno a punti e delle tasse per il rinnovo;
Stop alla repressione degli ambulanti;
Stop alla precarietà e allo sfruttamento degli immigrati.
Anche a Napoli, su iniziativa del Forum antirazzista della Campania, si terrà una dimostrazione di piazza, alla quale parteciperanno i migranti di tutta la regione. Il corteo muoverà alle 9,00 da piazza Garibaldi e giungerà a piazza del Plebiscito, dove sono previsti interventi di immigrati e di rappresentanti delle associazioni antirazziste. In serata si terrà un concerto antirazzista a piazza del Gesù.
Insieme agli altri migranti sfileranno i richiedenti asilo scappati dalla Libia e giunti negli scorsi mesi in Italia. Su un totale di 23.000 persone, oltre 2.700 sono ospitate in Campania e sono alle prese con problemi molto seri: le loro condizioni, soprattutto per quanto concerne l’assistenza sanitaria, sono ben al di sotto degli standard previsti dalla legge; le loro richieste di asilo sono respinte quasi sempre dalla Commissione territoriale di Caserta, che non tiene conto che questa gente è scappata a causa di una guerra scatenata e condotta anche dall’Italia. Non è accettabile che dopo essere stati costretti a lasciare il lavoro, gli affetti ed ogni altro avere e dopo aver attraversato il Mediterraneo a rischio della vita (nel solo 2011 sono morte durante le traversate oltre 2.000 persone), il diritto all’asilo, previsto dalla Costituzione della Repubblica, non sia loro riconosciuto, con la conseguenza che non hanno alcuna prospettiva se non quella di andare ad ingrossare le file dei cosiddetti «clandestini».

Anche i migranti che vivono nella provincia di Benevento, sia richiedenti asilo sia immigrati «economici», parteciperanno all’iniziativa. La Rete Commons – Uniti per i Beni Comuni, che dallo scorso maggio si batte per la tutela dei loro diritti, ha contribuito ad organizzare, come componente del Forum antirazzista della Campania, la manifestazione di Napoli e si sta occupando della la trasferta dei migranti del Sannio”

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