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ANPCI alla Camera: “Riforma urgente dell’edilizia. Regole più semplici per tutelare i piccoli comuni e le aree interne”
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La presidente nazionale di ANPCI (l’Associazione che rappresenta i comuni italiani fino a 5 mila abitanti) Franca Biglio e il presidente regionale dell’associazione in Campania Zaccaria Spina, hanno partecipato oggi all’audizione dinanzi alla VIII Commissione (Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici) della Camera dei Deputati nell’ambito dell’esame delle proposte di legge 535 Santillo recante “Delega al Governo per il riordino delle disposizioni legislative in materia di costruzioni” e 2332 Mazzetti recante “Delega al Governo per l’aggiornamento, il riordino e il coordinamento della disciplina legislativa in materia edilizia”.
“Abbiamo espresso interesse e condivisione – spiegano – Franca Biglio e Zaccaria Spina – per le due proposte di legge in quanto l’attuale quadro normativo in materia si presenta molto frammentato, nel complesso insieme di normative nazionali e regionali, rendendo non più rinviabile una riforma che si traduca in un nuovo testo unico che eviti incertezze, rallentamenti e contenziosi. Condividiamo, pertanto, la necessità di un riordino della materia urbanistica ed edilizia”.
“Ci siamo espressi favorevolmente alle proposte – proseguono Biglio e Spina – soprattutto in relazione alla finalità di recuperare il patrimonio costruito per migliorarne la qualità, l’efficienza energetica e idrica, la sicurezza sismica e la dotazione tecnologica nonché di promuovere politiche urbane integrate e sostenibili, in modo da perseguire la coesione sociale, di tutelare l’ambiente e il paesaggio e salvaguardare le funzioni ecosistemiche del suolo. In tal senso, ci siamo dichiarati favorevoli alla proposta 535 in materia di costruzioni, atteso che la stessa punta innanzitutto al riordino organico della materia, superando la stratificazione normativa che oggi riguarda non solo l’edilizia”.
“Abbiamo condiviso in particolare, le disposizioni volte alla semplificazione dei procedimenti amministrativi, da sempre tra gli obiettivi cardine della nostra Associazione: la ridefinizione e la riduzione dei titoli abilitativi, la digitalizzazione e l’informatizzazione delle procedure, Siamo stati parimenti favorevoli alla proposta 2332 che è focalizzata sulla materia edilizia e sulla pianificazione urbanistica con l’obiettivo di creare un Testo unico dell’edilizia che raccolga, aggiorni e semplifichi la normativa oggi frammentata e, con l’obiettivo di rilievo ancora maggiore per le realtà locali, di valorizzare l’autonomia regolamentare e organizzativa dei comuni, che riteniamo essenziale per radicare sul territorio le politiche abitative e urbanistiche. Bisogna semplificare concretamente e ridurre i regimi amministrativi a tre – permesso di costruire, SCIA ed edilizia libera – eliminando sovrapposizioni e incertezze”.
“Abbiamo colto, altresì, l’occasione di questo confronto, in senso propositivo, per rappresentare anche l’esigenza, non più differibile, della dematerializzazione dei fascicoli edilizi presenti all’interno degli archivi degli uffici tecnici, con l’auspicabile previsione di fondi speciali che consentano in tempi ragionevoli a tutti i comuni di operare una ricognizione di tutte le pratiche edilizie cartacee al fine di costituirne per ciascuna un fascicolo digitale”.
“Abbiamo ancora una volta rimarcato la necessità dell’interoperabilità di tutte le banche dati oggi presenti negli uffici tecnici comunali.
Abbiamo, infine, aggiunto una proposta, hanno concluso la presidente nazionale Biglio e quello regionale della Campania Spina, specificamente dedicata ai tanti comuni di minori dimensioni, situati nelle aree interne e problematiche del Paese, in cui la complessità burocratica, la carenza di personale e i costi amministrativi rendono spesso impossibile ristrutturare immobili che rischiano di andare perduti”.
“Al riguardo sarebbe auspicabile, nella piena applicazione del principio di differenziazione da sempre rivendicato dalla nostra Associazione, l’introduzione – concludono Biglio e Spina – di un regime normativo e procedurale semplificato che, unito a forme di incentivazione rivolte soprattutto a giovani e famiglie, consentirebbe di recuperare il patrimonio edilizio e, insieme, di contrastare lo spopolamento e la desertificazione delle aree interne”.


