POLITICA
Guardia giurata morta a Tufara Valle, Campania Popolare: ‘Serve svolta radicale su lavoro e sicurezza’
																														
															
															
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“Un’altra vita spezzata nel Sannio”. Così inizia la nota diffusa da Campania Popolare dopo la tragica morte di una guardia giurata di 55 anni, originaria di Benevento, deceduta nella notte tra venerdì 31 ottobre e sabato 1° novembre nei pressi della stazione ferroviaria di Tufara Valle, nel comune di Apollosa.
L’uomo è rimasto travolto da un pesante cancello in ferro, improvvisamente uscito dai binari mentre stava operando nella zona. La stazione, chiusa da anni per i lavori di rifacimento della linea EAV, era oggetto di interventi di manutenzione.
Il movimento politico esprime vicinanza e solidarietà alla famiglia della vittima, sottolineando come si tratti dell’ennesimo episodio di una lunga scia di morti sul lavoro che continuano a colpire il territorio sannita.
“Solo pochi mesi fa – ricorda la nota – due uomini di Sant’Angelo a Cupolo avevano perso la vita in distinti incidenti. Tre morti in pochi mesi nello stesso territorio non possono essere considerate una fatalità: sono il sintomo di una politica che non tutela i lavoratori e che ha reso la sicurezza una questione secondaria”.
Nel documento, Campania Popolare denuncia un contesto lavorativo sempre più fragile e insicuro. “La Campania – si legge nella nota – resta una delle regioni d’Europa con il più alto tasso di disoccupazione (15,6% secondo Eurostat 2024), con oltre il 40% di lavoratori impiegati senza contratto o in forme irregolari. L’irregolarità è sintomo di disattenzione e di assenza di tutele, in un mercato del lavoro segnato da desertificazione industriale, sfruttamento e mancanza di controlli, dove la precarietà è diventata una regola e la sicurezza un lusso”.
Per il movimento, la situazione impone “un programma di rottura e di cambiamento reale”, che metta al centro la sicurezza e la dignità del lavoro.
Tra le misure indicate come urgenti, Campania Popolare elenca: Attribuzione di poteri ispettivi e sanzionatori alle Polizie Locali, come già avviene in Emilia-Romagna, per contrastare il lavoro nero e le condizioni insicure; un beneficio economico per chi denuncia lo sfruttamento, per evitare l’isolamento di chi rompe il silenzio; istituzione di un Osservatorio permanente sulla sicurezza e di una cabina di regia regionale per le crisi industriali, con poteri effettivi d’intervento; criteri di premialità negli appalti pubblici per le aziende che rispettano i contratti e garantiscono condizioni sicure e stabili ai lavoratori; un salario minimo regionale di almeno 10 euro lordi all’ora per tutti i dipendenti di aziende partecipate e appalti pubblici; piani di formazione e reinserimento per i lavoratori espulsi dal mercato o impiegati in settori a rischio.
“La sicurezza sul lavoro non è un costo ma un diritto – conclude la nota –. È una responsabilità politica che chi governa deve finalmente assumersi”.
							
							



