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Successo per la rappresentazione de ‘L’Arciprete di Molinara’

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Per il decennale della Chiesa Madre di Molinara, intitolata a Maria Santissima delle Grazie si è tenuta la sera del giorno 30 giugno una particolare rappresentazione, interessante e accolta con tanta commozione dal numeroso pubblico presente. Si è messo in scena, per la prima volta nei tempi moderni, il bozzetto autobiografico scritto dall’arciprete Giandomenico Viglione dal titolo “L’Arciprete di Molinara”.
Viglione è una figura importante nel panorama molinarese dove ha svolto la sua attività pastorale dal 1891 al 1919. Nato a Pesco Sannita nel 1862, arriva a Molinara dopo che il suo predecessore, don Michele Piccirilli, fu arrestato per motivi politici. Viglione è stato una personalità complessa dalle tante sfaccettature: saggista, filosofo, religioso, commediografo dialettale, drammaturgo e tanto altro. Suo il dramma Sacro di San Rocco portato in scena a Molinara tanti anni.
Con la sua ironia e il suo sarcasmo ha raccontato, in molte sue opere, le difficoltà del suo tempo, il momento storico, gli usi e i costumi di Molinara. Ne “L’Arciprete di Molinara” racconta se stesso, si confessa, ci mostra la solitudine del suo ruolo, il dolore di assistere i malati e i moribondi, il rapporto con alcuni parrocchiani e il conforto che trova nella fede. E sullo sfondo, Molinara, i suoi abitanti, i soprannomi che Viglione si diverte a sottolineare, la difficoltà di raggiungere le strade più lontane dal paese, le abitudini dei molinaresi difficili da modificare.
La regia dello spettacolo è stata affidata ad Adriana Pirro, sceneggiatrice e regista storica di Molinara, gli interpreti sono stati Giuseppe Addabbo, che ha smesso le vesti di sindaco per una sera, per entrare nell’abito talare di Viglione, Romeo Barricelli, Maria Leonardis e Lina Rescignano.
Ideatore dello spettacolo don Sergio Ingegno, parroco di Molinara e appassionato e competente storico che ha voluto celebrare il decennale della Chiesa Madre portando in scena quest’opera che intreccia, come un abbraccio, la figura a volte sola di un sacerdote e tutta la sua comunità.