CULTURA
‘L’acqua pubblica snobbata dagli italiani…’

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"Sette mesi fa – scrive in un intervento, pubblicato su SannioWeek, Giuseppe Casillo, responsabile di Azione Giovani a Solopaca – il referendum ha bocciato la privatizzazione di un servizio essenziale quale è l’acqua. Pochi sanno che l’acqua pubblica italiana è tra le migliori al mondo, è perfettamente potabile e costa infinitamente meno di quella in bottiglia che troviamo nei negozi. Bere acqua del rubinetto significherebbe risparmiare soldi e nello stesso tempo far guadagnare salute al nostro pianeta, infatti tutti conosciamo le difficoltà nello smaltimento della plastica.
Purtroppo, però, l’acqua del rubinetto è spesso snobbata dagli italiani, per ignoranza o per la troppo spesso scarsa fiducia nel “pubblico”. Se la fiducia nei pubblici servizi la si può riguadagnare solo con una gestione trasparente, efficacie ed efficiente degli stessi negli anni a venire, qualcosa si può fare per combattere l’ignoranza. Questo qualcosa lo sta già facendo la Coop Estense, una delle maggiori cooperative di consumo appartenenti al sistema Coop, con la campagna “Acqua di Casa Mia”, lanciata alla fine del 2010 con lo scopo di sensibilizzare i consumatori su un corretto e consapevole consumo dell’acqua. La nuova fase della campagna prevede l’esposizione nei negozi Coop delle province di Modena e Ferrara di etichette con le proprietà dell’acqua pubblica. In questo modo il consumatore potrà scegliere a parità di informazioni se acquistare l’acqua imbottigliata oppure consumare quella del rubinetto di casa propria. Sarà esposta una scheda informativa con le caratteristiche chimiche e microbiologiche dell’acqua pubblica, in modo da effettuare una scelta di acquisto (o di non acquisto) ancor più consapevole. Sono 6 gli indicatori che compongono l’etichetta, per ognuno dei quali vengono presentati il valore nell’ambito territoriale di pertinenza ed il limite imposto o suggerito dalla legge: concentrazione ioni idrogeno; cloruri; ammonio; nitrati e nitriti; residuo secco a 180°; durezza. Nessuna legge impone ai gestori la pubblicazione dei dati al pubblico, che invece devono essere inviati alle Asl, alle Arpa e agli altri controllori. Le aziende che rendono pubblici i dati, quindi, rispondono esclusivamente ad un obiettivo di maggior trasparenza.
“A livello mondiale – ha ricordato Claudio Mazzini, responsabile Sostenibilità Innovazione e Valori di Coop Italia – nell’arco del ventesimo secolo, i consumi di acqua si sono moltiplicati per nove e la quantità a disposizione di ogni essere umano è diminuita del 40%. Oggi consumiamo più acqua di quella che il ricarico naturale delle falde ci fornisce: viaggiamo in rosso e con i nostri 237 litri al giorno (consumi civili, agricoli ed industriali), siamo secondi al mondo dopo gli Stati Uniti, che ne consumano 425. Per questo Coop ha ritenuto imperativo intervenire con un’azione forte ed incisiva”. Dal punto di vista ambientale l’impatto causato dalla produzione, dal trasporto e dallo smaltimento di oltre 12 miliardi di litri di acqua minerale ha ricadute consistenti. Ecco i dati forniti in un dossier messo a punto dalle Coop per lanciare la campagna di uso consapevole dell’acqua: “Produzione di circa 8 miliardi di bottiglie, pari a 240 mila tonnellate di plastica, come il peso di 44.000 elefanti; emissione di circa un milione di tonnellate di CO2 equivalente, un valore dello stesso ordine di grandezza di quello generato per l’illuminazione pubblica di Pechino; movimento di 480 mila tir che, messi uno dietro l’altro, formano una fila lunga circa 8 mila chilometri, come da Roma a Mosca e ritorno”. Numeri inquietanti che dovrebbero farci riflettere.
Mentre Coop annuncia che l’esperimento di Coop Estense sarà presto esteso in tutta l’Emilia-Romagna, e successivamente in Puglia e Basilicata, noi dovremmo chiederci se non sia il caso di porre a noi stessi il problema e magari pensare anche a qualche soluzione.