Medio Calore
A San Leucio del Sannio una tradizione emozionante: la novena cantata alle porte del cimitero
Ascolta la lettura dell'articolo
Le luci natalizie si stanno spegnendo e l’aria di festa fa spazio al ritmo ordinario della vita. Ma a San Leucio del Sannio, c’è un’eco che non si spegne mai, un canto che riecheggia oltre il tempo delle feste: è la novena cantata, una tradizione che, anno dopo anno, lega cuore e memoria.
Nel borgo sannita il Natale ha un suono diverso e non solo perché la novena è cantata, ma c’è qualcosa in più. Lo si deve a Vittorio Zollo, musicista e voce del gruppo “Osso Sacro”. Era il 2010, l’anno in cui il nonno di Vittorio morì; per lui quell’assenza fu un vuoto incolmabile, ma la musica si rivelò un ponte. La sera del 24 dicembre decise di andare al cimitero e cantare la novena accanto alla tomba del nonno. Da quel momento nacque un rituale unico: ogni 24 dicembre, dopo il cenone, Vittorio tornava al cimitero. Prima solo per il nonno, poi per tutti i defunti, come se quelle note potessero portare un “soffio” di Natale anche a chi non c’è più. E come spesso accade con i gesti autentici, quell’atto personale iniziò a coinvolgere altri.
Negli anni, la comunità ha abbracciato questa tradizione e sono in tanti a raggiungere il cimitero, tra “novenanti” e cittadini, per assistere alla novena. In 300 quest’anno si sono raccolti in un momento emozionante e unico.
Così, anche ora che le feste sono passate, a San Leucio del Sannio resta nell’aria qualcosa di magico. È il ricordo di un canto che non si spegne, di una comunità che, attraverso la tradizione, ha trovato un modo unico di restare unita.