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“Elettrodotto Foggia-Benevento: inutile massa di cemento e acciaio”

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L’associazione Ekoclub International Benevento interviene con una nota in cui dichiara la propria contrarietà alla realizzazione di un elettrodotto sul territorio sannita. “Entro il 2011 Terna Spa, – si legge – la società che gestisce la Rete elettrica nazionale, realizzerà il nuovo elettrodotto Foggia – Benevento. Il progetto è parte del Piano industriale 2008-2012. L’opera sostituirà quella attuale, non più adeguata a garantire il collegamento tra le dorsali adriatica e tirrena né ad assicurare l’immissione in rete dell’energia prodotta da fonti tradizionali e rinnovabili dei nuovi impianti in corso di autorizzazione o costruzione. La nuova infrastruttura, per cui Terna investirà dagli 80 ai 90 milioni, avrà una lunghezza di circa 89 km e interesserà 17 comuni tra le province di Benevento e Foggia. Partirà dalla stazione elettrica del capoluogo sannita e si attesterà su una parte dell’esistente elettrodotto dalla potenza di 380 kW “Candela-Foggia”, che sarà demolito con l’entrata in esercizio del nuovo impianto.
L’intervento, per quanto attiene il territorio sannita, prevede l’abbattimento di oltre 40 km di linee elettriche, con cui verranno 3.412 tonnellate di acciaio, 820 di alluminio, 101 di vetro, 7.262 tonnellate di calcestruzzo e 300 sostegni in acciaio a traliccio, oltre che 107 ettari di vincolo di servitù d’elettrodotto. A fronte di ciò verranno realizzati 47,5 km di nuove linee e verrà incrementata di 500 MW la capacità produttiva da fonte rinnovabile (con un parco eolico).
Ekoclub International Benevento è fermamente contraria alla realizzazione di questo elettrodotto che, ancora una volta, non sarà interrato ma, viaggerà in aria. Ekoclub è anche contraria alla realizzazione di un altro parco eolico di 500 MW; come se non bastassero quelli già presenti nel Sannio. La massa enorme di cemento e acciaio non agevolerà certo l’ambiente Sannita già sottoposto a un lento ed evidente massacro con impianti di raccolta rifiuti e mega parchi eolici. Il territorio sannita deve essere rispettato e, necessariamente e assolutamente, mantenere la sua vocazione agricola e paesaggistica. E’ arrivato il momento di dire basta alla colonizzazione dei territori beneventani, colonizzazioni che badano solo agli interessi di pochi a discapito d’intere popolazioni”.

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