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Sindacati

‘Al presidente Caldoro chiediamo di ripensare le politiche di trasporto’

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"Lunedì 19 settembre 2011 il Presidente della Giunta Regionale sarà, finalmente, a Benevento a discutere delle problematiche occupazionali e di sviluppo della nostra Provincia": così, in una nota congiunta, avviano una loro riflessione il Segretario Generale CGIL, Aprea, il Segretario Generale CISL ,Petrillo, ed il Segretario Generale UIL Bosco.

"Se avesse deciso di anticipare la sua venuta alla domenica precedente, 18 settembre, avrebbe potuto raggiungere Benevento unicamente con l’auto di servizio: caro Presidente le ricordiamo che per la città di Benevento e le tre province (Benevento, Avellino e Caserta) dalla tratta ferroviaria Napoli – Cancello – Benevento sono stati tutti soppressi i treni per tutte le domeniche dell’anno; ed anche negli altri giorni, in varie fasce orarie, la Regione ha deciso la riduzione di molte corse della MetroCampania NordEst (ex FBN).

Come è noto la città di Benevento, nelle ultime settimane, è stata dichiarata patrimonio dell’UNESCO per la presenza del complesso monumentale di Santa Sofia. Immaginiamo quindi che uno straniero, un cittadino della Regione Campania o un turista qualsiasi che voglia venire a visitare la città utilizzando i trasporti pubblici si troverà in ulteriore disagio e difficoltà dovendo utilizzate la via ferrata. Ciò accade sia per i tagli lineari effettuati dal Governo nazionale, sia per gli ulteriori tagli operati dalla Giunta Regionale. Fatto sta che tutto questo, vista la natura geo-morfologica della nostra Regione e del Sannio, determinerà una sempre più scarsa possibilità di raggiungere la città di Benevento con la ferrovia regionale Napoli – Benevento.
Riteniamo che la Giunta Regionale, anche in materia di trasporti, avrebbe potuto avviare un miglior percorso di sviluppo utilizzando i fondi strutturali europei, nazionali e regionali. A livello locale, peraltro, non siamo messi meglio: siamo l’unica Provincia campana il cui trasporto pubblico locale su gomma è affidato ad una miriade di piccole e piccolissime aziende senza una minima organizzazione consortile pubblico/privata.

Al Presidente Caldoro, perciò, chiediamo di ripensare le politiche di trasporto regionale e nel contempo di incentivare la creazione di un Consorzio del trasporto pubblico locale tra la città di Benevento, la Provincia di Benevento e i 77 comuni del Sannio che finora non hanno saputo realizzare. Rilanciare le infrastrutture ma anche il tessuto manifatturiero ed industriale a partire dall’aera di crisi complessa di Airola che attende una accelerazione decisa dell’azione politica regionale, quello agro-alimentare (dobbiamo difendere e valorizzare la forte vocazione agricola della nostra Provincia), il comparto del turismo e – soprattutto – la difesa del territorio e delle zone montane. E’ indispensabile, urgente ed indifferibile finanziarne la costante manutenzione attraverso il lavoro degli operai idraulico-forestali che – al contrario – da circa dieci mesi non percepiscono alcuna retribuzione con enormi disagi sociali oltre all’alto rischio per la tenuta del territorio.
Al Presidente Caldoro,vogliamo ricordare i tagli alla cultura ed alla scuola ed alla scuola che nella provincia di Benevento hanno significato un taglio pari a più di 500 posti di lavoro nel settore della conoscenza.
La cultura, la formazione scolastica a tutti i livelli devono essere riconosciute elemento indispensabile per avanzare in occupazione e conoscenza per le prossime generazioni.

Non nascondiamo di avere, talvolta, le medesime difficoltà nell’individuazione (e condivisione) di precise ipotesi di sviluppo anche da parte degli Enti Locali sott’ordinati al livello Regionale, pur quest’ultimi avendo una minore autonomia programmatoria della spesa, rispetto all’Ente Regione. Il “merito” quindi, ai nostri Governanti nazionali, regionali, provinciali e locali è di aver reso impraticabile il rilancio e lo sviluppo del nostro territorio sia attraverso l’attrattiva dei monumenti, sia sugli altri temi dello sviluppo sostenibile delle aree interne. Per queste ragioni il Sannio è oggi preda di un gravissimo e rapido processo di desertificazione economica, sociale e demografica che – certamente – non è arginabile tagliando possibilità di movimento delle persone e delle merci.
Questo è il risultato di un intero ceto politico nazionale, regionale e locale, poco accorto alle vocazioni territoriali che, o taglia il minimo indispensabile, oppure si attarda su questioni provincialistiche di alcuna rilevanza per lo sviluppo e l’occupazione.
Siamo, peraltro, pronti a riconoscere i risultati ottenuti (ancorché con grave ritardo) attraverso il doveroso impegno istituzionale della Giunta campana. E’ il caso della temporanea sistemazione dei 127 lavoratori ex-consorzi di smaltimento dei rifiuti che, almeno fino a dicembre, dovrebbero essere impegnati presso 29 comuni sanniti in attesa del transito alla società provinciale SAMTE.
Il nostro territorio è il più piccolo della Regione, ma non per tradizione, storia e cultura. Esso va salvaguardato. C’è un solo modo per arrestare le spinte centrifughe spontanee (emigrazione, abbandono del territorio, ecc.) e politiche (ridisegno dei confini regionali): conferire centralità nelle politiche di sviluppo regionale alle aree di maggior pregio socio-ambientale ancorché a minor impatto antropico".

 

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