Sindacati
Benevento: sciopero necessario, rappresentanti eventuali
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La giornata di mobilitazione odierna è stata scandita da parole ormai cadute in disuso nella politica e nella politica sindacale: “sciopero generale”. Spetta alla Cgil l’aver rivendicato nuovamente un senso per queste parole, che nella loro semplicità identificano un aspetto di lotta, o rivendicazione, o protesta connaturato al sindacalismo oggi snaturato da più parti.
Contro la manovra estiva del Governo anche a Benevento, dunque, si è manifestato. Corteo, striscioni dei differenti rami produttivi, musiche nostalgiche, tamburini e comizio in piazza Castello. Salva dunque una routine che si è trascinata stancamente, forse colpa anche dell’impietoso disco solare.
Inscatolati fra qualche poliziotto in borghese e le auto di polizia e vigili urbani, purtroppo i soliti volti noti – quasi una riunione di famiglia – si sono ritrovati a surrogare maestranze largamente assenti. Quattro fasce tricolori, qualche beneficiato dal sindacalismo, qualche politico che non ha mancato non solo di precedere – e non seguire – lo striscione del sindacato, ma anche di far sentire il suo inutile apporto alla causa profondendosi in verbose parodie della politica al microfono, senza perdere un centesimo in busta paga peraltro.
La crisi di rappresentanza e rappresentatività di autentici valori di sinistra, ma anche di centrosinistra, a Benevento e nel Sannio esplode impietosa ogni qual volta questa terra impregnata della più vieta sottocultura papalina è chiamata a manifestare alcunché. Pure in circostanze necessarie come queste. Ben vengano, però, sempre circostanze di questo genere. Nonostante l’annacquamento che la parodia della gauche cittadina propone.