Sindacati
Sciopero, ci sarà anche il Comitato insegnanti e Ata precari sanniti

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Il Comitato insegnanti e Ata precari sanniti, aderisce allo sciopero indetto dalla cgil di domani, per opporsi alle manovre taglia diritti che si perpetuano ininterrottamente da oltre due anni e che colpiscono unicamente le fasce deboli e le categorie dei lavoratori medi.
"Per anni – si legge nel comunicato – questo Governo ha negato l’esistenza della crisi finanziaria ed ha trascorso il proprio tempo nei salotti televisivi a tacciare di catastrofismo chiunque provasse a dimostrare il quadro reale dell’economia italiana. In pieno affanno si continua a colpire il ceto medio, lentamente gli si toglie anche l’aria per poter respirare e di conseguenza vivere, deprivandolo di diritti basilari. In nome della crisi, si modifica l’articolo 18, si stravolge lo Statuto dei lavoratori estendendo il modello Marchionne a tutti i settori, si precarizza il lavoro a tempo indeterminato si schiavizza quello precario".
"La scuola – affermano i comitati insegnanti e Ata precari sanniti – è stata oggetto di tagli dissennati, gli ultimi quest’anno, che l’hanno trasformata in un’istituzione che fa acqua da tutte le parti così come la sanità. Le ultime assunzioni nel mondo scolastico costituiscono un vergognoso intervento che di fatto ha cancellato ogni forma di tutela lavorativa e che vedrà i neo assunti costretti la retribuzione congelata per nove anni , senza possibilità di scatti e ricostruzione di carriera".
"Gli slogan delle assunzioni imminenti hanno fatto il giro planetare e occultato la realtà: si continua a tagliare con la conseguenza che oramai la scuola italiana non esiste quasi più. Negli ultimi giorni il Miur di Benevento, contravvenendo alle norme del contratto collettivo nazionale, incalzato da un Ministero che deve succhiare l’anima dei lavoratori, assegna cattedre superiori alle 18 ore settimanali. Uno scempio vergognoso che avrà come diretto risultato la mancata assunzione a tempo determinato di lavoratori precari. E intanto mentre i deboli pagano il 10% della popolazione che possiede il 50% delle ricchezze italiane non sborsa un euro mantenendo intatti privilegi e patrimoni. Contro un sistema che vuole distruggere la democrazia di questo Paese – concludono – bisogna opporsi con determinazione a partire da domani".