POLITICA
La Cittaslow italiane: ‘No a misure in maniera indifferenziata’

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Le settanta Cittaslow italiane (ultima certificata Grumés, Trento, 441 abitanti) esprimono preoccupazione per la paventata soppressione indifferenziata di tutti i Comuni sotto i mille abitanti. "Non siamo certo contrari a riforme che possano snellire la macchina pubblica e migliorare l’efficienza ed economia complessiva dell’azione di governo locale – afferma il presidente di Cittaslow International, Gian Luca Marconi – ma non possiamo sottacere gli esiti nefasti che una tale misura, se applicata in modo indifferenziato, potrebbe avere sulle microeconomie locali e sulla tenuta demografica, sociale ed economica dei nostri territori". Secondo Giuseppe Roma, membro del Comitato Scientifico di Cittaslow e direttore del Censis,
"i piccoli Comuni sono un presidio del territorio e non vanno aboliti. Sarà possibile comunque evitare le disfunzioni di carattere economico che derivano dalla loro piccola dimensione che non consente una gestione ottimale dei servizi. La nostra proposta di Cittaslow nei comuni con meno di 1000 abitanti – prosegue Roma – è che gli amministratori prestino la loro opera gratuitamente, vi siano libere aggregazioni per la gestione dei servizi principali come ad esempio la raccolta e smaltimento rifiuti, la manutenzione delle strade comunali, gli asili nido, le scuole per l’infanzia, i trasporti, gli acquedotti: tutti questi servizi possono essere gestiti da un unico o più consorzi intercomunali, emanazione dei comuni accoppiati cui vengono conferite le necessarie dotazioni finanziarie. Gli uffici tecnici comunali e le ragionerie vengono accorpati e un unico segretario comunale opera in tutti i comuni. Ai piccoli comuni restano le competenze su ambiente, urbanistica,agricoltura e prodotti tipici, assistenza sociale, e la comunità vive".