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Pini, il Comitato ‘Giù le Mani’ attacca l’amministrazione e lancia idea PNRR per finanziare endoterapia

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“Nonostante la bagarre consiliare, la mancata rimozione della tragicomica delibera di marzo 2020, con cui la Giunta – compatta come non mai intorno al suo Dominus – decretò l’abbattimento di 352 pini della zona alta, tutto sommato non è un gran problema. E non lo è semplicemente perché la delibera è superata di fatto.  

Eppure – scrivono Luca Coletta e Francesco Di Donato del Comitato ‘Giù le Mani dai Pini’ – il Comune non deve aver metabolizzato psicologicamente la fallita soppressione dei pini di viale degli Atlantici, via Pacevecchia e via Fratelli Rosselli, se in Consiglio si è battuto tanto strenuamente per un simulacro di atto, che sarebbe stato saggio dimenticare. C’è da dire che, grazie a ciò, abbiamo goduto di una farsa irripetibile, tra dati e statistiche immaginarie su sciagure e cambiamenti climatici (per i quali l’abbattimento continua a non essere la migliore strategia), chi cercava di confondere le acque spacciando per sentenza di assoluzione la mera revoca del sequestro cautelare e chi – dando esempio di cos’è una democrazia matura – tacciava i cittadini ribellatisi al supremo diktat distruttivo di essere politicizzati e organici ai soliti poteri occulti.  

Diciamo che la rimozione avrebbe al più certificato ulteriormente e ufficialmente la figuraccia di un’amministrazione che, solo dopo le iniziative dei cittadini, ha speso decine di migliaia di euro per munirsi di perizia attestante l’ovvio e cioè che sarebbero da abbattere e sostituire più o meno una ventina delle centinaia di piante additate a prescindere come killer. Né grandi risultati ha dal loro punto di vista dato l’esborso di denaro pubblico del mese scorso. Dal momento che con esso si è riusciti ad aggiungere al triste novero solo un paio di pini qualificati come molto resistenti ma – ahinoi – non in linea coi sofisticati standard estetici del consulente comunale, più qualche altro, per il quale bisogna ringraziare proprio l’inerzia del Comune, rispettoso solo della pars destruens della relazione Cardiello.    

La suddetta perizia (pagg. 35, 36, 37, 38 e 39), oltre alla conta che tanto sta a cuore a Palazzo Mosti, diceva infatti anche altre cose: per il mantenimento degli esemplari arborei entro condizioni accettabili – prosegue il Comitato nella nota – dovevano e devono eseguirsi, a mezzo di personale altamente qualificato e a cadenza biennale, “interventi di rimonda del secco, spignatura… interventi endoterapici di contrasto alla cocciniglia”.

Inutile dire che tali indicazioni, in perfetta continuità con gli anni precedenti, sono state del tutto ignorate. Stando a quanto riferito dall’assessore al ramo, e dal cognome ingannevolmente beneaugurante, l’attività del Comune si sarebbe sostanziata in una misera nota dirigenziale inviata alla Regione con richiesta di indicazioni sul da farsi.

Una richiesta a dir poco tardiva, visto che dal 2015 la Regione ha dichiarato guerra alla cocciniglia con apposito provvedimento, poi aggiornato nel luglio dello scorso anno alla luce del decreto del Ministero delle Politiche Agricole del 3 giugno 2021 prescrivente “Misure fitosanitarie di emergenza ai fini del contrasto dell’organismo nocivo Toumeyella parvicornis (Cockerell) (Cocciniglia tartaruga).”

I dirigenti, invero, sono pagati non per farsi dire come fare, ma per sapere cosa fare, farlo in tempo e bene. Mentre gli assessori, soprattutto rispetto a problemi annosi, dovrebbero essere nominati perché hanno studiato prima e non dopo.

Sembra si stia ripetendo quanto già accaduto per la Variante generale al PUC, sbandierata quale fiore all’occhiello della politica urbanistica dell’amministrazione per poi essere, repentinamente e tristemente, messa in un cantuccio, poiché non in linea col PNRR.

Quel PNRR che invece sarebbe perfetto per finanziare l’endoterapia dei pini, risolvendo così anche le pretestuose e prevedibili obiezioni in termini di budget. D’altra parte, cosa c’è di più fedele allo spirito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, all’idea di sostenibilità ambientale, rigenerazione urbana, lotta ai cambiamenti climatici e tutela dei posteri, di una grande operazione di salvaguardia di un patrimonio arboreo inestimabile e della zona cittadina che lo ospita?

Si metta fine alla mortifera conta degli alberi da abbattere e si dia piuttosto immediato incarico a una ditta realmente specializzata, affinché intervenga per riportare alla vita, anziché accompagnare cinicamente alla morte, questi magnifici e resilienti alberi.

Chi scrive, già nell’aprile 2020 e poi da ultimo nel luglio 2021, ha invano sollecitato e diffidato l’amministrazione a porre in essere tutte le misure per la corretta manutenzione, conservazione e salvaguardia delle alberature presenti su viale degli Atlantici, via Pacevecchia e via F.lli Rosselli, nel rigoroso rispetto della legge, nonché delle migliori e aggiornate pratiche di arboricoltura, incluse quelle indicate nella relazione del consulente del Comune.

Ma la stolta chiusura dell’amministrazione a ogni forma di dialogo costruttivo, così come alla buona cura del nostro polmone verde, è sotto gli occhi di tutti.

A questo punto – concludono Coletta e Di Donato – ci siamo abituati, non ci scalfisce e anzi ci stimola a continuare sia sul piano dell’iniziativa legale sia su quello del confronto e dell’approfondimento, in cui s’inscrive anche l’incontro pubblico che stiamo organizzando insieme agli amici di Città Verde e a quanti sostengono da anni questa battaglia di civiltà”.

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