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Dal Comitato ‘Giù le mani dai pini’ nuovo affondo al Comune di Benevento

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“Sono due anni che il Comune di Benevento cerca – senza riuscirvi – di portare a compimento quella che sulla carta doveva essere un’operazione semplice e indolore. Ovvero un bel progetto di distruzione storico-ambientale ai danni dei pini – che tanto non possono parlare – e dei cittadini, che in alcuni casi fortunatamente parlano, dopo aver pensato. 

Stando a quanto pubblicato dalla stampa nei giorni scorsi, al momento l’orientamento dei consulenti della Procura – scrivono Francesco Di Donato e Luca Coletta del comitato ‘Giù le mani dai pini’ – sarebbe infatti attestato su un profondo scetticismo riguardo la categoria “su misura” C/D*, ossia quella in cui sono stati catalogati ben 34 alberi che non hanno problemi di stabilità, ma per motivi estetici, funzionali e di cortesia – bontà loro – si possono abbattere.

Ma, anche nei confronti di almeno metà dei 24 pini inseriti dal dott. Cardiello in categoria D, sembra che il prof. Colombo e i suoi collaboratori ritengano di dover procedere a esami più approfonditi, non avendo ravvisato difetti così evidenti da confinare senza dubbio tali piante nel girone degli irrecuperabili.

Ricapitolando, due anni fa – prosegue la nota – il Comune iniziava la sua campagna di terrorismo psicologico allo scopo di convincere la popolazione della pericolosità dei pini della zona alta, 124 sul solo viale degli Atlantici, in modo da abbatterli tutti liberamente. 

Due anni dopo è il loro stesso consulente a individuare come eliminabili non 124 ma 24 alberi (tra cui rientrano i 3 già fatti fuori nel frattempo), mentre il ctu della Procura sembrerebbe avanzare dubbi anche sulla metà di questi.

Cioè da 124 si è passati a 24 – a cui vorrebbero aggiungere i 34 C/D* giusto per non sfigurare -, ma si potrebbe arrivare a 10/12. Se non è una presa in giro questa…

Una presa in giro – aggiungono nel comunicato – come l’atteggiamento dell’amministrazione nei riguardi del comitato. Basti considerare le innumerevoli richieste di partecipazione alle analisi cadute nel vuoto, ostruzionismo ripetuto da ultimo anche per la nostra domanda di accesso alla relazione Cardiello comprensiva di schede tecniche. Non sappiamo perché ma sul Comune non gradiscono il proficuo apporto alla risoluzione della faccenda che viene fornito da cittadini singoli e associati. A ogni modo, poiché stanno per scadere i 30 giorni per rispondere alla nostra istanza, in caso di silenzio dovremo necessariamente agire presso i competenti organi giudiziari. Come già fatto con la diffida/esposto di aprile 2020, nella quale chiedevamo seri accertamenti da parte di un collegio di esperti e da cui ha preso avvio il procedimento penale in corso. 

Procedimento che qualche pensiero lo deve pur dare, se al momento il Comune preferisce non fare nulla e attendere l’esito delle analisi della Procura, ufficialmente per non intralciare i lavori del ctu. E così – per riempire di senso quanto sostenuto finora – al dirigente non resta che ipotizzare la chiusura del viale, imprecisati tempi e modalità, viste le “cogenti conclusioni” del dott. Cardiello in merito ai 24 pini in classe D. Premesso che tali indicazioni non sono cogenti, dato che il dott. Cardiello non costituisce organo pubblico consultivo, tuttavia se davvero l’amministrazione attribuisce siffatta portata alla relazione, dovrebbe ritenere imperativa anche la parte relativa alle dettagliate pratiche per la salvaguardia degli alberi, nonché per la soluzione al problema delle radici, queste sì da mettere in atto urgentemente. 

Infine, un consiglio non richiesto: se proprio si vuole chiudere il viale, che lo si faccia nei fine settimana in cui il meteo promette belle giornate, per consentire così ai cittadini – compresi i nostri amministratori – di godersi una delle passeggiate più suggestive della città, respirando una volta tanto aria pulita all’ombra dei pini. 

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