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“Giù le mani dai Pini”, il Comitato attacca dopo il crollo nella classifica di Legambiente

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“Benevento crolla nella classifica 2020 di Legambiente sull’ecosistema urbano, ma c’è chi ritiene che per essere al passo coi tempi occorra abbattere alberi. Una città, un destino! Nella fattispecie, un destino da fascia bassa della classifica, che si tratti di qualità della vita o di performance ambientali”. Così in una nota il Comitato “Giù le mani dai Pini” guidato da Francesco Di Donato.

“Sia ben chiaro – spiega la nota -, tutte le province della Campania – in contrasto con le ultime direttive europee – sono messe malissimo. Ma scendere in un anno dal 47° al 60° posto ci allontana di molto da quel movimento internazionale, in cui la cura dell’ambiente è parte dell’agenda amministrativa in un’ottica di progresso globale. Legambiente invece per le città campane parla di “agenda amministrativa caratterizzata da immobilismo, poco coraggio e senza innovazione”. Nel caso di Benevento l’immobilismo sarebbe persino auspicabile. E infatti mentre altrove, leggi Milano, si dà corso a imponenti piani di forestazione urbana e si approva in Consiglio Comunale il nuovo Regolamento per la qualità dell’aria, da noi, nonostante il ridicolo rapporto di 4 alberi ogni 100 abitanti, il peggiore della Campania, e un tasso altissimo di inquinamento dell’aria e consumo di suolo in proporzione a popolazione ed estensione territoriale, l’amministrazione comunale – stando alle ultime dichiarazioni di sindaco e assessore al ramo – ha tra i suoi incrollabili obiettivi l’abbattimento in un sol colpo di 350 pini, collocati per altro in area vincolata. Senza contare gli alberi già fatti fuori qua e là col placet o l’azione diretta dell’ufficio “distruzione del verde”.

Il tutto in barba all’eccellente Regolamento del Verde di cui la città si è dotata dal 2105 – sottolinea il Comitato -, alle prescrizioni del Ministero dell’Ambiente, alle direttive dell’Unione Europea – volte a incentivare il verde quale barriera contro l’inquinamento atmosferico, responsabile della morte prematura, solo in Italia, di 81.000 persone l’anno – e al nesso ormai acclarato tra cambiamenti climatici e diffusione del Covid. Lo stesso Covid che, tra i pochi effetti positivi, dovrebbe avere quello di modificare in maniera virtuosa il rapporto con l’ambiente e che da noi genera al massimo polemiche “politiche” circa la gestione regionale e comunale della pandemia. Emblematico sul tema il recente intervento a mezzo stampa del consigliere comunale Parente. L’incipit è elevato e il riferimento al “cambiamento della vita mondiale” dovuto alla pandemia avrebbe lasciato sperare in qualche progetto palingenetico per la città. Ma niente paura, perché è il solito, stucchevole botta e risposta tra politici locali che non hanno idea non solo “della vita mondiale”, ma nemmeno di quanto succede nelle città italiane (tante) con una gestione migliore della nostra.

Il nocciolo del discorso è che quelli che dicono no alle iniziative del Comune lo fanno per partito preso, per opposizione fine a sé stessa, per bieche macchinazioni politiche; e questo sia che si tratti di consiglieri, sia che si tratti di cittadini e comitati – attaccano i cittadini -. Ovunque l’impegno attivo della cittadinanza è considerato positivamente, a Benevento associazioni, comitati e cittadini che cercano di partecipare ai processi decisionali riguardanti la cosa pubblica danno fastidio, intralciano i manovratori. Figurarsi se ciò poi avviene su una tematica – quale il verde pubblico – che a Parente deve sembrare parva materia. In pratica per il consigliere il fatto che l’abbattimento di un vero parco naturale di 350 alberi abbia acceso-addirittura “livelli da guerra civile” dimostra che non di semplici cittadini pensanti si tratta ma di soggetti politicizzati. Del resto che saranno mai 350 pini? Tanto più che a suo dire “in altre città il taglio degli alberi pericolosi è invocato, da noi è motivo di discordia”. In realtà che i nostri pini siano pericolosi, anzi pericolanti, come da due anni l’amministrazione vuole far credere, è una pura illazione dal momento che non solo – tra allerte meteo di vario colore – non ne è caduto nessuno, ma gli accertamenti finalizzati ad appurarne la pretesa estrema pericolosità sono attualmente in corso e questo grazie proprio all’ostinazione, tra gli altri, del nostro comitato. Se fosse dipeso dal Comune i pini, additati come nemici del popolo, sarebbero già stati abbattuti senza alcuna seria indagine, così, sulla “fiducia”. Ovviamente sempre in un’ottica di buona amministrazione a livello mondiale!

Altrove – aggiunge la nota -, oltre gli angusti confini di via Annunziata, si è ormai consapevoli, come sottolineato dalla Presidente di Legambiente Campania, che “i centri urbani devono diventare un enorme laboratorio dove coltivare progresso sociale, economico e ambientale, tecnologico, culturale. Le città possono aggredire le emergenze e trasformarle in occasioni di cambiamento, guidando la transizione verso nuovi modelli economici e di produzione carbon free, investendo in posti di lavoro green, in mobilità nuova, in efficienza nei settori decisivi dell’edilizia, dell’energia, dei rifiuti, dell’uso del suolo e delle risorse naturali. Non bisogna inventare nulla, semplicemente applicare ricette che stanno funzionando in alcune città italiane ed europee. Cosa aspettano i nostri amministratori? Cosa aspettano a capire che è nelle loro città che si gioca una partita fondamentale per fronteggiare le tre crisi attuali – l’emergenza sanitaria, economica e climatica – e per vincere la sfida della modernizzazione del Paese”. Cosa aspettano i nostri amministratori? Bisognerebbe chiederlo a loro. Di sicuro nell’attesa gli gioverebbe la lettura del recente articolo su Gazzetta di Benevento del Prof. Esposito, docente di Storia del Pensiero Economico presso l’Unisannio.

Dalle nostre parti – conclude il Comitato -, invece, in vista delle elezioni di primavera si assiste da settimane, tra annunci di ricandidature, autocandidature e pensosi non possumus, a un dibattito pseudopolitico tutto autoreferenziale, fatto di vuote contese funzionali a riposizionamenti personali e astruse formule in puro politichese da preistoria della Repubblica, nel quale le questioni vere, concrete, che toccano la qualità della vita e il futuro dei cittadini sono sostanzialmente assenti. Sarebbe auspicabile che chi si propone alla guida del governo comunale chiarisca, tra le altre cose, con parole comprensibili e atti concludenti da che parte intende stare: se vuole ancora una città vecchia, a misura di autoveicolo, immobile, inquinata, grigia, passiva, sporca, stoltamente cementificata o una città nuova, a misura d’uomo, bella, ecologica, verde, partecipe, pulita, ecosostenibile e a consumo di suolo zero”.

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