CULTURA
‘Nei cantieri dell’Arca’, l’ultimo libro del giornalista De Vincentiis

Ascolta la lettura dell'articolo
Nonno e nipotino si confrontano sulla sorte della società locale dopo il diluvio-virus. Favole raccontate e temute, che inchiodano la città e la comunità civile a un inesorabile destino che sembra escludere la speranza del “niente sarà come prima”. Tra i protagonisti cavalieri bianchi, neri e grigi, improbabili fatine, la strega Politica, Homo Elettoralis, mostri e mutanti che compongono una storia immobile e soffocante.
Parte da questi temi l’ultimo libro del giornalista beneventano Nico De Vincentiis, dal titolo ‘Nei cantieri dell’Arca’.
Secondo lo scrittore sannita il contagio vero, per il quale non si starebbe neanche studiando un serio vaccino a causa del conflitto insanabile tra le “aziende produttrici”, è quello che si consuma nelle azioni quotidiane, strisciante e perverso, che ha già finito per creare decine di migliaia di “asintomatici” ma inevitabili vettori di complicità, scorciatoie, corruzione, indifferenza, invidia, pigrizia.
In realtà portatori sani di “tentazioni”, provocate o subite, il cui risultato però è lo stesso: l’impossibilità di produrre un reale cambiamento. Un nonno e un nipotino visitano i cantieri in cui si costruisce un’Arca su cui sistemare e consentire a valori, speranze e nuovi tentativi di cambiamento di attraversare indenni le tempeste e costruire una nuova umanità a partire dalle piccole città-mondo.
Decenni, ventenni, ere geologiche, trasformazioni e salti di specie, ma alla fine sarà il Covid-20 a determinare la vera svolta sociale e politica. Naturalmente con l’arrivo sulla scena di un nuovo, inaspettato, sindaco della città.