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La rabbia dei medici di famiglia: ‘Non vogliamo essere eroi, ma avere strumenti e protezioni’

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Non vogliamo essere eroi. Siamo professionisti che lavorano e vogliamo essere messi nelle condizioni di operare al meglio”. Sono parole dure e dal retrogusto amaro quelle pronunciate da Luigi Abbate, medico di famiglia e membro del Consiglio direttivo dell’Ordine dei Medici di Benevento. Mentre parla si aggiusta la coccarda nera che mostra sulla giacca e aggiunge: “Sa cosa è questa? E’ il segno del lutto per i colleghi morti. Nessuno dice che la maggior parte erano medici di famiglia, lasciati a combattere in prima linea e mani nude contro un nemico invisibile”.

L’occasione per lanciare il grido di allarme è stata la consegna, da parte del Comune di Benevento, di 2mila kit sierologici all’Asl del capoluogo e che saranno utilizzati per il Piano regionale, che prevede test alle categorie a rischio.

SIAMO ABBANDONATI – “Come medici di famiglia siamo considerati liberi professionisti – ha detto – e ci hanno sempre invitato a procurarci da soli i dispositivi. La presenza di questi kit nasce dopo un progetto della Provincia di Avellino che li ha distribuiti tra i medici di base per controllare gli assistiti. Alla presenza di sintomi avremmo potuto fare il test e, dove c’era una positività, innescare il meccanismo delle Asl. Oggi, invece, non abbiamo questi mezzi e si può aspettare per un tampone anche 3 giorni che, in questo caso, è un tempo determinante”.

IL PIANO REGIONALE – “Questo strumento di prevenzione – ha aggiunto – già prevede controlli a tappeto per le categorie più a rischio. Se questi test confluiranno lì, rimarrà scoperto il territorio: così non abbiamo la possibilità di fare diagnosi, senza le quali non possiamo intercettare i positivi e curare bene i pazienti. La diagnosi immediata ci permette di isolare il paziente e la famiglia e ricostruire i contatti avuti nei giorni precedenti”.

LA RICHIESTA – “All’Azienda sanitaria chiedo di tenere presente la nostra esigenza – ha concluso -. Questo progetto del Comune nasce prima di quello Regionale e l’Asl, con questa donazione, vorrebbe anticiparlo sul territorio per le categorie a rischio, ma intanto i nostri assistiti resteranno sprovvisti”.

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