ECONOMIA
Sannio, dato tragico per le imprese: nel primo trimestre 160 aziende in meno
Tra i settori più colpiti c'è l'artigianato. Scarinzi (CLAII): "Il Covid-19 è la mazzata finale per un settore già in forte crisi"Ascolta la lettura dell'articolo
Quasi 30mila imprese in meno nei primi tre mesi del 2020 contro un calo di 21mila nello stesso trimestre del 2019. Il bilancio della nati-mortalità tra gennaio e marzo di quest’anno risente delle restrizioni seguite all’emergenza Covid-19 e rappresenta il saldo peggiore degli ultimi 7 anni, rispetto allo stesso arco temporale. Lo comunica Unioncamere nell’ultimo studio sul rapporto sulle imprese italiane.
“Gli effetti conseguenti allo stato di eccezionalità in cui l’economia reale si sta muovendo – spiega il report – appesantiscono il risultato di un bilancio che nei primi tre mesi dell’anno chiude sempre in rosso per effetto delle chiusure comunicate sul finire dell’anno precedente. Tra gennaio e marzo, a livello nazionale, si registrano 96.629 nuove aperture e 126.912 chiusure per un tasso di crescita del – 0,50%”.
Nel Sannio le iscrizioni sono 536 mentre le cessazioni 696 per un tasso di crescita negativo dello 0,46%. Un dato in linea con quello nazionale. Il comparto che paga di più questa crisi, però, è quello delle imprese artigiane: in provincia di Benevento i dati parlano di 59 nuove iscrizioni e 125 chiusure con un passivo dell’1,47% che è ben al di sopra della media nazionale del comparto ferma a -0,84%.
“Le restrizioni da Covid-19 sono state la mazzata finale per un settore già in forte crisi – ha spiegato Donato Scarinzi, direttore provinciale della CLAAI -. Probabilmente, i dati del prossimo trimestre saranno ancora peggiori”.
Scarinzi poi ha anche commentato le risorse inviate da Stato e Regione a sostegno delle imprese che sono state anche al centro di un confronto in Prefettura: “I 600 euro sono stati erogati a quasi tutti gli artigiani – ha aggiunto -. Devo dire che c’è stata anche molta solidarietà tra la categoria con alcuni che non hanno fatto la domanda per sostenere i ‘colleghi’ più in difficoltà”.
Più complessa, invece, la questione dei duemila euro del fondo regionale: “Stiamo consigliando di presentare domanda a tutti, al di là dei codici Ateco, l’elenco fornito, infatti, non è esaustivo lasciando fuori dei comparti. Per questi inoltre – ad esempio autoriparazione e il trasporto merci per attività chiuse per il decreto – abbiamo chiesto al prefetto di comunicare alla regione la richiesta di indennizzi.
Sulla cassa integrazione l’unico comparto a pagare è stato l’artigianato grazie ad fondo bilaterale di solidarietà. Per gli altri stiamo aspettando di capire come si evolverà la situazione – ha sottolineato – perché le coperture ancora non sono arrivate e per la cassa integrazione in deroga bisognerà aspettare.
Al prefetto – ha concluso Scarinzi – abbiamo fatto anche un’altra proposta importante: quella di chiedere al Governo di rivedere la sospensione dei tributi fiscali e dei contributi per tramutarla in annullamento. Sarebbe un segnale importante di vicinanza reale alle imprese oltre che dare un respiro in termini di liquidità a tutti i settori”.