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Tetracloroetilene nell’acqua, Altrabenevento: “Chiudere immediatamente i pozzi”

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“Il sindaco Mastella e gli assessori Pasquariello e De Nigris hanno comunicato a mezzo stampa di aver ricevuto dalla Regione Campania una nota dalla quale essi hanno desunto di avere ragione nel senso che non si devono attivare i procedimenti stabiliti per legge nel caso di siti contaminati. Per sostenere questa tesi, riportano solo parzialmente una lettera (ma non la pubblicano integralmente) che il Servizio Ecologia ha inviato innanzitutto all’ARPAC per avere chiarimenti in merito al superamento del valore soglia per le acque profonde prelevate nei pozzi di Campo Mazzone e Pezzapiana”. Sandra Sandrucci, di Altrabenevento ritorna sulla vicenda del tetracloroetilene nell’acqua.

“In verità – aggiunge -, l’Agenzia di Protezione Ambientale, con la lettera del 16 gennaio (pubblicata integralmente solo da Altrabenevento e mai commentata dagli amministratori comunali) ha comunicato che il 2 gennaio sono stati trovati 1,2 microgrammi di tetracloroetilene nel pozzo di Pezzapiana (che alimenta rione Ferrovia e Centro Storico) e 1,4 microgrammi/litro in quello di Campo Mazzoni (alimenta il rione Libertà), superiori in ambedue i casi alla concentrazione soglia di contaminazione nelle acque profonde di 1,1 microgrammi/litro. L’Arpac ha aggiunto: “In relazione al parametro Tetracloroetilene, si precisa che esso risulta superiore al limite imposto dalla Tabella 2, allegato 5 alla Parte IV del D.Lgs 152/06, ma, considerando l’incertezza di misura stimata […] il valore misurato può essere ricondotto al limite imposto con un livello di confidenza del 95%”.

Ma nonostante questa precisazione – scrive Sandrucci -, l’ARPAC ha chiesto formalmente che siano emesse le ordinanze previste dall’art. 244 del D. Lgs 152 del 2006 (Testo Unico Ambiente) che testualmente recita “Le pubbliche amministrazioni che nell’esercizio delle proprie funzioni individuano siti nei quali accertino che i livelli di contaminazione sono superiori ai valori di concentrazione soglia di contaminazione, ne danno comunicazione alla Regione, alla Provincia e al comune competenti.”

Il servizio Ecologia della Regione – spiega Altrabenevento – nota l’apparente contraddizione nella nota dell’ARPAC a proposito di “tolleranza” nella valutazione e chiede se deve attivare le procedure previste dall’art. 242 dello stessa norma di legge che prevede: “Al verificarsi di un evento che sia potenzialmente in grado di contaminare il sito, il responsabile dell’inquinamento mette in opera entro ventiquattro ore le misure necessarie di prevenzione e ne dà immediata comunicazione ai sensi e con le modalità di cui all’articolo 304, comma 2. La medesima procedura si applica all’atto di individuazione di contaminazioni storiche che possano ancora comportare rischi di aggravamento della situazione di contaminazione”. E’ evidente che pur volendo considerare la cautela dell’ARPAC, siamo di fronte a valori di tetracloroetilene che dimostrano il superamento della soglia di contaminazione o quanto meno, “un evento potenzialmente in grado di contaminare il sito” e poi, considerato che la stessa ARPAC ha accertato che il tetracloroetilene è presente da 15 anni nella falda della piana di Benevento con valori che sono di recente aumentati, siamo certamente in presenza di “contaminazioni storiche che possano ancora comportare rischi di aggravamento”.

Quindi – conclude la nota -, oltre il linguaggio tecnico, ci pare evidente che ricorrono i presupposti previsti dal testo Unico Ambientale per chiudere i pozzi di Campo Mazzoni e Pezzapiana ed avviare immediatamente la bonifica. Di tanto si deve rendere conto il Comune di Benevento che prima ha negato l’esistenza del problema minacciando addirittura di querela Altrabenevento ed ora, dinanzi all’aumento del tetracloroetilene fino alla soglia di contaminazione, ancora cincischia per non assumersi le proprie responsabilità a tutela della salute pubblica. Rinnoviamo l’invito al sindaco e ai suoi assessori che adesso dicono di volere consentire il massimo della trasparenza sulla qualità dell’acqua, di accettare un confronto pubblico, carte alla mano”.

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